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Non solo centrosinistra, centrodestra e M5S. Alle elezioni suppletive per il collegio di Roma centro, rimasto vacante dopo le dimissioni di Paolo Gentiloni, ci sarà anche Marco Rizzo, segretario del Partito comunista. «Le modalità con cui è stato messo da parte Gianni Cuperlo, persona perbene, per far entrare sulla scena Roberto Gualtieri, arrivato al governo con tanto di endorsement di Christine Lagarde, mi ha fatto sentire in dovere di presentarmi. Gualtieri è l’emblema di tutto ciò che combatto». La sua però è una sfida simbolica? È giusto non prendere in giro le persone. Non sono paragonabili le forze in campo, è Davide contro Golia. Gualtieri imperversa su tutti i giornali e le Tv. Crede che approfitti della sua visibilità ministeriale per “sbaragliare” la concorrenza? Giustamente si criticava Salvini quando approfittava del suo ruolo al Viminale per fare propaganda. Ma quello almeno non era un ministero di spesa, quello di Gualtieri sì. Non sarebbe stato più elegante, almeno la campagna elettorale, consegnare le deleghe al presidente del Consiglio? E poi perché uno ministro vuole fare pure il deputato? Sarà sempre assente, sempre in missione, sempre giustificato. Questo lo valuteranno i romani. Lei cosa propone agli elettori del suo collegio? È vero che siamo in centro, ma è vero anche che parte della popolazione di queste zone è soggetta a una progressiva proletarizzazione. Penso ai commercianti e agli artigiani, costretti a pagare il 50 o 60 per cento di tasse, mentre Amazon paga il 3 per cento. Io propongo di parificare la tassazione. Così come penso che i grandi centri commerciali debbano stare fuori il raccordo anulare. Ma sommando il risultato delle tre liste anticapitaliste presenti alle Regionali emiliane non si arriva all'1 per cento... In passato si costruivano partiti per andare alle elezioni, noi andiamo alle elezioni per costruire il partito. Poi in Emilia ci siamo presentati in sei province su nove. Ma siamo anche convinti che la logica del “voto utile” non potrà ripetersi all'infinito. Avrà anche pesato il ruolo delle Sardine, schierate al fianco di Bonaccini? Pochi giorni fa ho fatto un post su Facebook dal titolo “Sardine e Salvini united colors of Benetton”. Perché sono due facce della stessa medaglia: Salvini nel 2008 vota il cosiddetto “Salva Benetton” sulle concessioni autostradali e le Sardine pochi giorni dopo le elezioni vanno da Benetton a risollevare le sorti di un brand in caduta libera. Sull'immigrazione ha posizioni molto più simili a quelle di Salvini che alla sinistra tradizionale. Come nasce il cortocircuito? Ho una posizione diversa rispetto a quella della sinistra radical, direi. Credo sia un errore non analizzare il tema dell'immigrazione nei termini di rapporti di forza e di classe. Fino a quando si fanno le guerra e si produce uno sviluppo diseguale, l'emigrazione di queste persone è destinata ad aumentare. Ma su porti aperti e chiusi credo facciano propaganda gli uni e gli altri. Perché poi su guerre e sviluppo economico sono schierati tutti allo stesso modo, sia la destra che la sinistra. L'unico modo per sconfiggere il razzismo non è il buonismo ma i diritti sociali, il lavoro. Se fosse in Parlamento voterebbe per la processabilità di Salvini? Certo, come voterei per quella di Conte e Di Maio. Non ci possono essere due pesi e due misure. Cosa pensa della riforma della prescrizione? Una persona non può portare sulla testa una spada di Damocle per 10, 15 o 20 anni di processo. È una cosa incivile. E non me ne frega un cavolo se la mia posizione verrà giudicata di destra o di sinistra. Perché uno dei Parioli dovrebbe votare falce e martello? Perché non mi camuffo come fanno gli altri. Non mi vergogno di dire quello che sono: io sono Marco Rizzo!