Tempi duri per i social media manager. Dopo la “gaffe” del ministro Sangiuliano su Napoli, ora tocca al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che sul suo profilo Instragram aveva postato una serie di immagini delle sue visite di Ferragosto nel carcere di Brindisi e Taranto.

Agli utenti social, infatti, non è sfuggito un particolare: in una delle foto si vede Delmastro all'interno dell'istituto di Brindisi con una sigaretta accesa tra le dita, proprio accanto al segnale del divieto di fumo. A liquidare sul nascere l’inevitabile bufera ci ha pensato però il diretto interessato, che ha subito cancellato l’immagine dal suo profilo. 

Anche se a tenere banco, nel corso della giornata, è una polemica di ben altro tenore sollevata da alcune dichiarazioni di Delmastro a margine delle visite. Ieri, infatti, il sottosegretario aveva sottolineato di non essersi «inginocchiato alla mecca dei detenuti», di aver scelto cioè di incontrare solo il personale penitenziario dei due istituti, evitando volontariamente la popolazione detenuta.

“La decisione del Sottosegretario di rivolgersi esclusivamente al personale penitenziario, escludendo deliberatamente qualsiasi dialogo con i reclusi ("la Mecca dei detenuti"), non è in linea con il ruolo istituzionale e anzi può apparire come un tentativo di creare un'inaccettabile frattura ideologica all'interno dell'ordinamento”, scrive in una nota l’Organismo congressuale forense (Ocf). “Tali dichiarazioni - prosegue il comunicato - contraddicono apertamente i principi costituzionali di umanità e dignità che devono guidare il trattamento dei detenuti, come sancito dall'articolo 27 della Costituzione e come costantemente sostenuto dall'Avvocatura. Siano esse in attesa di giudizio o condannati, sono persone private della libertà, non della loro umanità: la scelta del Sottosegretario di evitare il confronto e di utilizzare tali espressioni ha l'unico effetto di banalizzarne e disprezzarne le condizioni”.