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«Vengo anch’io. No tu no. E perchè? Perchè no», le Parlamentarie 5 Stelle in corso da due giorni si sono trasformate in una rivisitazione di Jannacci in salsa pentastellata. L’unica certezza è che «era tutto previsto, gli esclusi non hanno i requisiti», è il commento lapidaria dello staff del Movimento, che taglia la testa ad ogni possibile speranza di ripensamento o errore sulle esclusioni dei candidati.
Altro dato certo, la mole delle polemiche che in questi giorni impazzano su tutti i social e sul blog di Beppe Grillo, a suon di hashtag # annullatetutto. Da una parte ci sono gli aspiranti candidati, bocciati dagli imperscrutabili giudici del Movimento ( le cause possono essere i requisiti formali, come la fedina penale non limpida o candidature con altri partiti; oppure precedenti prese di posizione “singolari”, come scie chimiche, sirene e tumori curati con l’acqua) e imbestialiti per averlo scoperto solo ad elezioni aperte, dunque senza possibilità di appello. Dall’altra ci sono i semplici votanti iscritti al Movimento, impantanati nella piattaforma Russeau, che arranca visto l’imponente numero di accessi e va in tilt, impedendo a molti di votare i loro candidati preferiti. E già c’è chi grida all’attacco hacker.
Tutto il resto è ufficioso. A partire dal numero delle candidature arrivate sul tavolo della Casaleggio associati per la scrematura: la stima è che fossero circa 15mila e che la tagliola abbia colpito circa il 20%, ma i numeri sono merce rara e gelosamente custodita dalla ristretta cerchia di Casaleggio jr. Ad oggi, la linea pentastellata è quella del silenzio stampa: non si risponde alle domande, nè dei giornalisti nè dei candidati bocciati, i quali non hanno ricevuto spiegazioni sulle cause dell’esclusione e possono solo aspettare impotenti la conclusione delle votazioni online. Tra illustri candidati sconosciuti e i nomi eccellenti, c’è chi la prende con sportività e chi grida alla congiura. Mario Improta, in arte Marione, vignettista notissimo tra i grillini, ha twittato mestamente: «Non risulto tra i candidati. Mi dispiace», ma ha invitato gli iscritti a non polemizzare coi vertici, accettando il suo destino di escluso. Più fumantino, invece, era stato l’aspirante senatore ed ex assessore al Bilancio del Campidoglio, Andrea Mazzillo, che poi però è tornato a più miti consigli: «Profondo dispiacere per non essere riuscito a trovare una soluzione tecnica che permettesse a migliaia di cittadini di poter valutare anche la mia candidatura. Il mio impegno di cittadino e di attivista pentastellato prosegue con lo stesso entusiasmo». Meno remissivi, invece, gli attivisti di lungo corso come Daniela Morfino, da 9 anni nel Movimento siciliano: «Sono stata esclusa e nessun mi sa dire perchè. Pesto i piedi a qualcuno? Voglio risposte, migliaia di attivisti mi stanno chiamando».
Dello stesso tenore, il commento del pugliese Nicola Mastrangelo: «Non risulto tra i candidati pur avendo tutte le carte in regola. Spero e chiedo che questa votazione sia presto annullata e rivista». E si arriva anche a casi di candidati a loro insaputa. Dopo quello già noto dell’attrice riminese Claudia Federica Petrella, spunta anche Chiara Alberico, della provincia di Pescara, che scrive sul blog di Grillo: «Mi ritrovo candidata pur non avendo inviato i documenti, mentre attivisti storici e capaci con documenti inviati non risultano nell’elenco». Molti, sul blog ipotizzano che la Casaleggio associati trami unilateralmente per escludere gli attivisti “storici” dei primi meetup, per lasciare il campo libero a nuovi volti più ortodossi.
Neanche a dirlo, già è pronto il terreno per una pioggia di ricorsi. Gli esclusi sul piede di guerra si sono immediatamente rivolti al legale anti- Movimento Lorenzo Borrè, che ha già fatto sapere che il suo telefono è «bollente» ma che, questa volta, farà un passo indietro. «Ho invitato a rivolgersi a un altro legale. Io mi trovo in questo momento a difendere la prima associazione, quella che ha dato vita al M5S, contro la terza, quella alla quale si sono iscritti gli attivisti che hanno partecipato a queste parlamentarie, inclusi gli esclusi che oggi vogliono portare i vertici in Tribunale», ha spiegato. Eppure, le sue dichiarazioni sono termometro del malcontento: «Considerando il tono delle telefonate e il gran numero, sono certo ci sarà presto un ricorso di massa». Ci sono gli esclusi senza spiegazioni, ma anche i candidati che si sono ritrovati senza foto profilo o senza il proprio curriculum su Russeau e dunque penalizzati nel loro “appeal” sui votanti. Tutti chiedono a gran voce l’annullamento delle votazioni. Intanto, i vertici del Movimento 5 Stelle ribadiscono la regolarità delle operazioni e fanno trapelare che l’obiettivo è di presentare una prima lista provvisoria dei vincitori già entro stasera, in tempo per la kermesse di Pescara in programma nel weekend.