Se fosse confermata l’elezione di Ilaria Salis a europarlamentare, la 39enne andrebbe scarcerata e il processo a suo carico sarebbe sospeso. Ad annunciare la vittoria dell’attivista milanese, ai domiciliari a Budapest, con braccialetto elettronico, è stato Nicola Fratoianni, dal comitato di Avs, partito che aveva candidato la donna. È in base al “Protocollo 7” sui “Privilegi e le immunità dell’Unione Europea” che Salis lascerebbe il carcere in caso di vittoria.

L’articolo 9 prevede che i membri dell’Europarlamento «beneficiano, sul territorio nazionale, delle immunità riconosciute ai membri del Parlamento del loro Stato» e «non possono, sul territorio di ogni altro Stato membro, essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari». Secondo il collegio difensivo di Salis la norma è retroattiva e valida anche per i fatti avvenuti prima dell’elezione.

Non varrebbe solo in caso di arresto in flagranza di reato o sentenza definitiva come prevede anche la Costituzione italiana per deputati e senatori. L’articolo 7 sancisce che «nessuna restrizione di ordine amministrativo o di altro genere è apportata alla libertà di movimento dei membri del Parlamento europeo che si recano al luogo di riunione del Parlamento europeo o ne ritornano». Se eletta, dopo la proclamazione ufficiale, godrebbe dell’immunità parlamentare e di conseguenza dovrebbe essere scarcerata.