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Dario Franceschini alla direzione Nazionale PD sulle elezioni europee - Politica- Roma, Italia - Domenica , 21 Aprile 2024 (foto Cecilia Fabiano / LaPresse) Dario Franceschini at the Democratic Party national direction - Politics - Rome, Italy - Sunday , April 21, 2024 (photo Cecilia Fabiano / LaPresse)
Grande è la confusione sotto al cielo del centrosinistra. Da giorni ormai parlamentari, dirigenti del Nazareno e commentatori si scervellano sul modo in cui i partiti attualmente all’opposizione dovrebbero presentarsi alle prossime Politiche non tanto per vincere (sia mai) quanto per mettere almeno in difficoltà il centrodestra guidato da Giorgia Meloni (che ieri non ha mancato di rimarcare il consenso attorno al 30% attribuito dai sondaggi a FdI).
Da ultimo la discussione si è concentrata su una rilevazione di Youtrend per Repubblica che dimostra come l’unico modo per impedire, seppur di pochissimo, al centrodestra di ottenere la maggioranza al Senato sia quella del campo “larghissimo”, cioè con tutti dentro, da Avs ad Azione, dal M5S a Iv, passando chiaramente per Pd e Più Europa. E Repubblica, dove la rilevazione è stata pubblicata, si è affrettata a presentarla come dimostrazione del fatto che il “lodo Franceschini” sia la sola possibilità di impedire il bis di Meloni a palazzo Chigi. Il che è tuttavia una contraddizione, perché se è vero, numeri alla mano, quanto rilevato da Youtrend, tale scenario è anche l'unico possibile vista l’attuale legge elettorale, mentre il “lodo Franceschini” semplicemente non potrebbe esser realizzato.
Come ha fatto notare Luciano Capone sul Foglio, infatti, il Rosatellum non permette una strategia tale da “andare divisi per colpire uniti” visto che la costruzione di una coalizione all’uninominale (proposta da Franceschini) implica la stessa cosa anche al proporzionale (come fa il centrodestra). Franceschini, ovviamente, lo sa benissimo, e dunque perché sparigiliare così le carte, finendo per creare ancora più confusione di quella già presente tra (possibili) alleati?
Se infatti Giuseppe Conte ha subito colto la palla al balzo dicendosi d’accordo con la proposta dell’ex ministro della Cultura perché «il nostro obiettivo prioritario, della nostra intera comunità, e lavorare per un’alternativa a questo governo» ma «nello stesso tempo dobbiamo anche prendere atto, ed è una realtà, che nell’area progressista ci sono forze di varie sensibilità», Avs sembra del tutto contraria. «Continuiamo così, facciamoci del male - ha infatti commentato il leader dei Verdi Angelo Bonelli parlando anche a nome del suo alter ego di Si, Nicola Fratoianni Senza una proposta politica comune, non si vince: come è pensabile presentarsi agli elettori dicendo: andiamo divisi perché non siamo in grado di esprimere una proposta comune, facciamo però un accordo tecnico nei collegi? Ma chi ci vota così?».
La stessa Schlein è intervenuta nel dibattito, e per non sbagliare ha buttato la palla in tribuna. «Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria, ce lo chiede la gente - ha spiegato la segretaria dem - Rispetto il dibattito di questi giorni, l’aspetto positivo è che siamo tutti d’accordo sul fatto che non può andare come l’altra volta. Ma prima degli accori tattici ho una ambizione più alta, unire su una prospettiva comune l’Italia che vuole mandare a casa la destra».
In mezzo a tanta incertezza proviamo a chiarire le cose con il direttore di Youtrend, Lorenzo Pregliasco. «Noi abbiamo provato a stimare il numero di seggi che potrebbe ottenere il centrosinistra in funzione delle alleanze - dice Pregliasco al Dubbio - Abbiamo cercato di stimare l’effetto di incompatiobilità tra elettorati, cioè quali pezzi di elettorato, in base all'’ lleanza, sarebbero propensi a non votare il campo largo. Che è anche il motivo per cui il campo largo facendo una somma aritmetica sarebbe pari al centrodestra ma poi nella realtà è sotto».
Secondo Pregliasco «il “tutti dentro” porta a perdere per strada una parte del consenso, cosa che non succede al centrodestra perché c’è molta più compatibilità tra elettorati e sull'opinione che gli elettori hanno sui leader dei partiti alleati», ma è anche «l’unico scenario al momento che potrebbe mettere in discussione la vittoria del centrodestra al Senato, perché è vero che perdi per strada una parte dei voti ma la coalizione è molto larga».
L’obiettivo di Franceschini potrebbe dunque non essere quello di spostare l’asse delle alleanze, visto che come detto la coalizione larga è l’unica possibile, quanto quello di mettere i bastoni tra le ruote a Elly Schlein in vista dell’incoronazione a “candidata presidente del Consiglio” del centrosinistra. Quel “marciare divisi per colpire uniti” potrebbe essere un messaggio al Nazareno, e questo spiegherebbe l’immediato favore che ha incontrato in Conte, ancora speranzoso di tornare a palazzo Chigi.