Metti un sabato mattina a Ventotene. L’idea è partita dal deputato dem romano Roberto Morassut, che in risposta a quanto detto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni mercoledì alla Camera sul Manifesto di Ventotene, ha organizzato una visita del partito sull’isola per omaggiare Altiero Spinelli.

Partenza col traghetto da Formia alle 9 e rientro alle 15. Organizzazione in mano al Pd del Lazio. La macchina organizzativa è già partita in accordo col sindaco di Ventotene e dopo il passaggio davanti alla tomba di Altiero Spinelli ci sarà una cerimonia nell’auditorium dell’isola. «Ci sarà una delegazione di eletti Pd e anche tanti militanti. Ma - spiega Morassut - è una iniziativa aperta, promossa dal Pd ma aperta a tutti. Verrà Schlein? Non lo so se la sua agenda glielo consente, vediamo». Probabilmente però la segretaria non ci sarà, come confermano dallo staff.

Morassut spiega poi il perché dell’iniziativa, tirando in ballo le parole di Meloni in Aula. «Lei si è calata nei panni di chi ha perseguitato i padri dell’Europa e della Resistenza, messi lì al confino dai fascisti - aggiunge il deputato dem - La presidente del Consiglio si è messa nei panni sbagliati della storia, quelli dei nazionalismi che hanno portato l’Europa in guerra: spero trovi il modo di chiarire».

Lo stesso Morassut parla poi de “Il Sogno” europeista di Roberto Benigni, andato in onda mercoledì sera poche ore dopo l’invettiva dell’inquilina di palazzo Chigi contro il manifesto. «Che coincidenza incredibile, nella stessa giornata... Il racconto dell’Europa e della storia degli uomini e delle donne che la immaginarono dal confino di Ventotene - conclude Morassut - Benigni ha saputo raccontarlo con il sorriso e la gioia, la stessa in cui si dovrebbero riconoscere tutti».

E se dal centrosinistra in molti plaudono allo spettacolo dell’artista toscano, le polemiche in Parlamento non si placano, con uno scontro piuttosto acceso ieri tra la capogruppo di Iv Lella Paita e la presidente di turno di palazzo Madama, Licia Ronzulli.

«Ciò che è avvenuto alla Camera sul manifesto di Ventotene da parte della presidente del Consiglio è grave per la democrazia, per l’Europa, e se ne debba parlare in Aula», ha detto Paita in apertura di seduta. Urla e proteste dai banchi della maggioranza. «Credo che estrapolare dal contesto le parole di persone al confino, di eroi, sia quanto di più grave, vergognoso e disumano si sia visto negli ultimi anni, in un momento cruciale per la vita del paese. È una cosa - ha aggiunto la senatrice di Iv - che disonora il nostro paese e non rende giustizia alla storia dell’Europa, alla resistenza, all’antifascismo. È una pagina brutta che testimonia qualcosa di recondito nella storia della destra».

A farle eco il senatore del Pd, Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali. «Noi ieri ascoltando le parole della premier alla Camera abbiamo tremato di sconcerto, di sdegno, ma anche di fierezza - ha spiegato Di sconcerto perché i fascisti misero Spinelli e Rossi in galera e al confino e la fascistissima banda Koch fatta di criminali sparò tre colpi di pistola a Eugenio Colorni, uccidendolo in via Livorno, in un posto in cui vorrei che tutti i membri di questo Senato andassero almeno una volta nella vita: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2021 ha visitato Ventotene e ha deposto un fiore per Spinelli e ha detto che il Manifesto di Ventotene è un ineludibile punto di riferimento per tutti noi, per il presente e per il futuro».

Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore di Avs Tito Magni, per il quale «il fascismo è un crimine, non potete impedire di discutere di questa cosa nel nostro Paese». Di «scientifica capacità del presidente del Consiglio di togliere l’argomento in discussione con cose che non c’entrano nulla», ha parlato il capogruppo al Senato del M5S, Stefano Patuanelli.

E dalla maggioranza è partita poi la difesa di Meloni. «Che Spinelli e tutti gli altri che stavano a Ventotene siano stati perseguitati, non ci sono dubbi, e rinnoviamo l’omaggio alla loro storia, al loro pensiero, a quello che hanno rappresentato - ha detto il capogruppo di Fi, Maurizio Gasparri - Dopodiché sarà legittimo non condividere questa o quella pagina, come io non ho condiviso alcune pagine di Gramsci e altre sì, come in quel manifesto di Ventotene alcune cose sulla proprietà privata non vanno bene».

Il leghista Borghi, tra le proteste dell’opposizione, ha detto che «Meloni si è limitata a citare letteralmente, senza interpretazione, quello che è scritto sul manifesto di Ventotene». Ed è ripartita la bagarre. A chiudere (per ora) la discussione il capogruppo di FdI Lucio Malan. «Bisognerebbe ricordare che la nostra Costituzione ha applicato principi del tutto diversi da quelli della dittatura del proletariato», ha detto.