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Liquida come «ridicola», eppure l’inchiesta sta mettendo in crisi per la prima volta la sua Lega. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha però scaricato in tutta fretta Gianluca Savoini, il presidente della fondazione Lombardia- Russia indagato a Milano per corruzione internazionale, sostenendo che non fosse stato invitato dal Viminale, nè a Mosca e nemmeno alla cena con Putin di Palazzo Madama. E, quando gli si chiede allora la ragione della presenza di Savoini, la risposta rimane secca: «Chiedetelo a lui», poi prova a sdrammatizzare, «Ho totale fiducia nella giustizia, che andrà fino in fondo in questa preziosissima indagine e se c'è un rublo fuori posto sarò il primo ad arrabbiarmi, ma suppongo che non ci sia».
La giornata di ieri, dunque, si è caratterizzata per la gara a smarcarsi più velocemente da Savoini. Lo stesso ha fatto anche il premier, Giuseppe Conte, il quale ha sottolineato che «Non conosco Savoini e non l’ho mai incontrato personalmente» e - siccome Savoini viene ritratto in una foto alla cena offerta dalla presidenza del Consiglio spiega che «ho fatto accertare che Savoini era alla cena che io, presidente del Consiglio, ho offerto al presidente Putin. A quella cena sono stati invitati tutti i partecipanti al forum Italia Russia, che si era appena concluso, si era svolto qualche ora prima nei locali della Farnesina».
Eppure, le foto testimoniano la sua presenza come parte voluta o meno - della delegazione italiana e gli audio pubblicati da Buffzeed fanno il resto per adombrare collusioni. Intanto, nei prossimi giorni la procura di Milano inizierà il giro di interrogatori.
Secca smentita sulla veridicità dell’inchiesta arrivano anche dal Cremlino: dalle registrazioni «non consegue assolutamente nulla», ha dichiarato il portavoce, Dmitry Peskov, «quindi non c’è alcun bisogno di commentare», è la stringata dichiarazione.
Sul tema, il Movimento 5 Stelle è rimasto silente, dopo aver appoggiato la richiesta delle opposizioni di una commissione d’inchiesta, chiedendo però che riguardi tutti i partiti.
L’inchiesta, dunque, non accenna in alcun modo a sgonfiarsi e, anzi, potrebbe assumere nuovi contorni con il proseguio delle indagini giudiziarie.