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Il governo nominerà, o confermerà nei casi in cui lo riterrà opportuno, i «migliori manager» alla guida delle partecipate pubbliche i cui vertici scadranno con le prossime assemblee.
Lo dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, rispondendo, a Bruxelles, a chi gli chiede se il governo sia orientato a confermare il mandato dell’amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo ( il Mef è il principale azionista, con il 30,2% del capitale). Leonardo, risponde Fraccaro, «è una società quotata e non si possono anticipare queste decisioni. Stiamo facendo tutte le nostre analisi: al di là dei rinnovi singoli, abbiamo società come Eni ed Enel in scadenza, sono società che sono fondamentali e strategiche anche per il Pil del nostro Paese».
«Quindi - continua il politico del Movimento Cinque Stelle - dobbiamo affrontarle senza lotte di casacca o di colore politico, ma mettendo i migliori manager italiani, o anche - aggiunge infine - confermandoli ove lo riterremo opportuno» Fin qui Fraccaro, ma la partita su Leonardo è solo una tra le tante che verranno giocate dal governo nei prossimi giorni. Nel Consiglio dei ministri previsto questa sera, dovrebbero essere discusse le nomine di Agenzia delle Entrate, Dogane e Demanio.
Tre poltrone pesanti che daranno il via al giro di valzer delle nomine governative.
Per la prossima primavera l’esecutivo dovrà presentare le liste per i rinnovi dei consigli di amministrazione delle grandi partecipate del Tesoro quotate in Borsa ( Eni, Enel, Terna, Leonardo e Mps), M5S, Pd, Leu ed Italia Viva non riescono a trovare la quadra per una nuova infornata di nomine che in alcuni casi come quello ricordato da Repubblica della sostituzione di Grant, incompatibile con la carica perché eletto a maggio dello scorso anno eurodeputato del Carroccio, in Cdp si trascina da oltre otto mesi.