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Quanto alla sua candidatura, un po’ sornione ha glissato: «Io magari rimarrò incandidabile, per il candidato premier c’è tempo, ma ci sono personaggi di grande livello, esperienza, preparazione». Non è solo perché ieri era il compleanno del Cav che Salvini sembra aver abbassato i toni sulla leadership e sulle richieste anti- Ue. Anche se c’è da mettere in conto che il capo del Carroccio ritorni presto alla carica. Comunque sia, ieri Salvini, che ha telefonato a Silvio per fargli gli auguri per il suo ottantunesimo compleanno, non ha voluto polemizzare con quel post su Facebook in cui il Cav sembra chiamarlo direttamente in causa: «Per guidare il Paese serve una solida esperienza».
Certo, Salvini si è morso le labbra per una ragione di “educazione” vista la circostanza per la quale ieri il centralino di Arcore è stato intasato di telefonate, quella di Putin compresa. Ma il fatto è che, secondo alcuni sondaggi, non solo Fi sarebbe di un punto sopra il Carroccio, soprattutto spiegano fonti azzurre: «Mentre Forza Italia ha ancora un bacino dove prendere altri voti e cioè tra i milioni di astenuti, la Lega non è ancora nazionale, è a macchia di leopardo e rischia a un certo punto di esaurire il suo serbatoio, questo nonostante noi non togliamo voti a loro». Berlusconi quindi si muove ovviamente nello schema della coalizione di centrodestra, guidata da lui, che punta a superare il 40 per cento, alleandosi con la cosiddetta “quarta gamba” dei centristi, e alla fine, dicono i bene informati, anche «con chi ci starà di Alternativa popolare».
Così si può superare quel 36 per cento che i sondaggi già danno al centrodestra. Per questo dicono che il Cav in questo schema preferirebbe che passasse il Rosatellum bis che favorirebbe la coalizione. Ma è chiaro che si tiene sempre aperta la strada delle larghe intese, perché troppe sono le variabili in campo, troppa l’incertezza dell’esito del voto del 2018. Che i Cinque Stelle temano questa rinnovata centralità di Berlusconi e della coalizione di centrodestra lo si evince dall’emendamento alla legge elettorale che sembra scritto appositamente contro il Cav quando si dice che non può essere capo della coalizione chi non è candidabile. Francesco Paolo Sisto ( Fi) ha presentato un controemendamento. La responsabile della comunicazione azzurra Deborah Bergamini attacca: «Grillini stalinisti, ma fanno bene a temere Berlusconi». Sulla candidabilità deciderà la Corte europea per i diritti dell’uomo. Ma nel frattempo il leader azzurro che a 81 anni resta centrale nella scena politica va avanti dritto come un treno legittimato dalla sua forza e ora ufficialmente sul piano politico dal gotha del Ppe.