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Si scrive Regione Lazio ma si legge governo del Paese. O almeno così sembra intenderla Davide Barillari, consigliere regionale grillino da sempre allergico a ogni intesa col Pd, che da qualche giorno chiede a gran voce l'espulsione dal partito di tutti i sospetti “collaborazionisti”. Mandare a casa Zingaretti per far saltare il patto nazionale tra 5s e dem. È questa la strategia dell'esponente vicino ai no- vax, che ha scelto di mettere nel mirino i volti più noti dell'esperimento dialogante in Regione: Marco Cacciatore e, soprattutto, la capogruppo Roberta Lombardi, considerata la pioniera del confronto non ostile col partito del Nazareno. Espulsione per entrambi, è la richiesta di Barillari, per ora affidata solo alle dichiarazioni sui social network, dove l’esponente grillino lancia fuoco e fiamme contro i colleghi di partito. «In sette anni non era mai successo che un consigliere M5S votasse favorevolmente al collegato al bilancio, tra l'altro imposto con un maxi emendamento dalla Giunta», scrive l’esponente grillino. «Marco Cacciatore deve essere espulso dal M5S. Poi sarà il turno della capogruppo, ossessionata da un accordo con Zingaretti». Al centro della polemica: il sostegno alla linea zingarettiana, contraria allo sfratto degli abusivi nelle case popolari, offerto da Cacciatore in Aula, un affronto per il consigliere anti Pd. Eppure, lo strappo per ora si ferma ai proclami. Non si ha notizia di “fascicoli” consegnati ai probiviri per avviare le procedure d’espulsione, né si è consumata alcuna congiura contro Lombardi alla consueta riunione di gruppo del mercoledì. Anzi, l’appuntamento, tanto atteso da chi scommetteva sulla sfiducia alla Faraona, non è andato nemmeno in scena. Risultato: resa dei conti rinviata a data da destinarsi. Ma la spaccatura tra i 10 consiglieri M5S ( cinque contro cinque) esiste eccome. E la replica di Marco Cacciatore alle accuse mosse dal collega testimonia un clima da guerra civile. «Mentre le nostre riunioni di gruppo si svolgono regolarmente, i colleghi Corrado e Barillari non hanno partecipato per mesi», dice stizzito. «Tra noi c’è chi, nonostante i diversi punti di vista, cerca di conciliare e chi viene in aula solo per dividere», aggiunge, puntando il dito anche contro Valentina Corrado, considerata la vera leader della squadra avversa ai “lombardiani”.Insomma, le truppe sono ormai schierate. Bsognerà capire chi per primo suonerà la carica.