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«Tajani? Un nemico di Falcone». Un minuto dopo l’investitura ufficiale di Berlusconi, il “ministero della propaganda” grillina era già pronto a inondare le agenzie di dossier anti- Tajani: «Molti oggi tessono le lodi del moderatissimo e istituzionale presidente dell’Europarlamento», scrivono i grillini sul sito del Movimento, «uno che non ha mai cambiato casacca, che piace alla gente che conta e che persino Salvini ha mostrato di apprezzare. Eppure quasi tutti hanno dimenticato, e Antonio Tajani non sta certo lì a ricordarlo, che tempo fa l’aspirante premier del centrodestra prese una posizione chiara nello scontro tra i sostenitori e i detrattori dei paladini siciliani antimafia. E decise di schierarsi contro Giovanni Falcone».
Ecco dunque il peccato nascosto del candidato di Berlusconi. Nel lontano ‘88 il giovane giornalista Tajani scrisse più di un articolo sulla sfida tra Antonino Meli e il giovane Giovanni Falcone per la guida dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo.
Ma attenzione, Tajani seguì quella competizione scrivendo retroscena che davano come favorito Meli: «Tajani, oggi salvatore della patria designato da Berlusconi, il 7 gennaio del 1988 - proseguono i grillini - scrive, in un pezzo titolato significativamente “Il giudice fa carriera solo per meriti antimafia? ”. Insomma, non trovando nulla di rilevante nel casellario giudiziario, i grillini cercano di demolire l’immagine di Tajani frugando tra gli articoli che scrisse 30 anni fa: «Ormai non ci stupiamo più di nulla - ha commentato poi il senatore grillino Giarrusso -.D’altronde sappiamo chi sono e cosa hanno fatto Silvio Berlusconi o Marcello Dell’Utri, gli altri cofondatori di Forza Italia assieme a Tajani».