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Contro le «balle propinate ogni giorno da tv e giornali», Beppe Grillo propone una soluzione a metà strada tra Robespierre e Sanremo: «Una giuria popolare» col compito di determinare la «veridicità delle notizie pubblicate dai media». Mentre gli attivisti 5 stelle ratificano ( col 91 per cento di sì) il nuovo codice etico del Movimento che consente al leader di candidarsi e mette al riparo la Giunta Raggi da sorprese giudiziarie, il Garante verga un nuovo post. Obiettivo del giorno i giornalisti, un classico della “letteratura libertaria” targata 5 stelle. «Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull’esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell’inquisizione proposto dal presidente dell’Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet. E alle balle propinate ogni giorno da tv e giornali chi ci pensa?», scrive il comico genovese sul Blog che in passato ospitava la rubrica “Giornalista del giorno” per mettere alla gogna i cronisti sgraditi. Nel mirino di Grillo finisce soprattutto il quotidiano La Stampa, accusato di aver diffuso bufale sul Movimento riprese da altri organi di informazione: «Ha diffuso un articolo sulla fantomatica propaganda M5S capitanata da Beatrice Di Maio, notizia ripresa da tutti i giornali e i tg, poi si è scoperto che era tutto falso.
La Stampa non ha chiesto neppure scusa e nessuna sanzione è stata applicata nei suoi confronti, né degli altri giornali e telegiornali che hanno ripreso la bufala senza fare opportune verifiche». Poi il capo pentastellato punta il dito contro Il Giornale che ieri ha pubblicato una «bufala in prima pagina» intitolata «Affari a 5 stelle. Grillo vuole una banca». Per Grillo si tratta di una «falsità totale che stravolge un fatto vero, ossia che Davide Casaleggio ha accettato di incontrare l’ad di una banca online che ha ricevuto vari premi per l’innovazione tecnologica. Capite come lavorano i media?», si chiede il Garante del Movimento che subito dopo deduce: «I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate». E dopo aver individuato il bersaglio, il leader 5 stelle avanza la sua ricetta: «Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali». Una sorta di tribunalino del popolo con grandi poteri sanzionatori. «Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo». Non è chiaro se la giuria popolare dovrà anche giudicare l’adeguata “inclinazione del capo”, ma Grillo è certo che la sua proposta consentirebbe all’Italia di abbandonare «il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa». Una deduzione che secondo il sindacato dei giornalisti ha sua logica: così facendo il nostro Paese abbandonerebbe sì il 77° posto ma per scendere al 174° ( come dice Beppe Giulietti nell’intervista pubblicata in questa pagina, ndr).
E tra chi non digerisce l’affondo del comico c’è Enrico Mentana, direttore del tg de La7 il cui logo appare nel fotomontaggio di testate che accompagna il post di Grillo. «In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato», scrive il noto giornalista su Facebook. «Fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile».
Sulla vicenda interviene anche la politica. «Quella di Grillo di oggi in tema di media e informazione non si può archiviare come l’ennesima pessima battutaccia di un comico in cerca del consueto titolone sui giornali. Qui ci troviamo di fronte a qualcosa di ben più grave», commenta il deputato Pd Walter Verini. Per il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, invece, «Grillo vuole imporre la mordacchia alla stampa e ai tg. Prima assolve tutti gli indagati del suo Movimento e ora vuole colpire i giornalisti».