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«Tutti gli irregolari devono essere rimpatriati subito a partire da oggi». Beppe Grillo approfitta dell’uccisione Anis Amri per esporre con chiarezza la sua ricetta sul fenomeno migratorio. E anticipa Salvini, costringendolo a inseguire sulla linea lepenista. «L’Italia sta diventando un viavai di terroristi», ha detto Grillo: «Bisogna agire ora»
«Tutti gli irregolari devono essere rimpatriati subito a partire da oggi». Beppe Grillo approfitta dell’uccisione Anis Amri - il presunto terrorista del mercato berlinese - per esporre con chiarezza la sua ricetta sul fenomeno migratorio. «È folle che due agenti ordinari debbano essere messi a repentaglio e ritrovarsi ad avere a che fare con un terrorista ricercato da mezza Europa», scrive il capo dei 5 stelle sul suo Blog. «Questo accade perchè la situazione migratoria è ormai fuori controllo». Il comico genovese è sicuro, bisogna intervenire in maniera drastica, mettendo in discussione anche la libertà di movimento delle persone nel Vecchio continente: «L’Italia sta diventando un viavai di terroristi, che non siamo in grado di riconoscere e segnalare, che grazie a Schengen possono sconfinare indisturbati in tutta Europa. Bisogna agire ora». Oltre all’espulsione immediata di tutti gli irregolari, Grillo suggerisce altri “accorgimenti” da prendere per «proteggerci» dal rischio terrorismo: «Qualora si verifichi un attentato in Europa le istituzioni devono provvedere a sospenderlo immediatamente e ripristinare i controlli alle frontiere almeno finché il livello di allerta non sia calato e tutti i sospetti catturati». E ancora: «Creazione di una banca dati eu- ropea sui sospetti terroristi condivisa con tutti gli stati membri, utilizzando anche quelle attuali». Infine, Beppe Grillo propone di revisionare il regolamento di Dublino, che obbliga i richiedenti asilo a presentare la richiesta di protezione solo nello Stato europeo d’arrivo.
La posizione del Movimento 5 stelle è così netta da far impallidire Matteo Salvini ( il primo a commentare l’accaduto), costretto a inseguire Beppe Grillo su un cavallo di battaglia della Lega Nord: la caccia al “clandestino”. «Sono fiero delle nostre forze dell’ordine, sono preoccupato perchè i terroristi spesso scelgono l’Italia come punto di partenza e arrivo», scrive su Facebook il Matteo pa- dano. «L’infame assassino passeggiava tranquillo per strada. Intanto arresti di presunti terroristi in Germania e Australia. Ah già, ma è solo un caso, l’Islam è una religione di pace...». Salvini e Grillo sembrano parlare ormai lo stesso slang in materia di migranti, una sintonia che potrebbe tornare utile alle prossime elezioni politiche. «Qui c’è qualcuno che ha dichiarato guerra al mondo libero e occidentale», continua il capo leghista dai microfoni di Radio Padania.
«L’episodio di questa notte serva per bloccare qualsiasi concessione a insediamenti islamici di qualsiasi natura».
Ma i due leader populisti non restano da soli nella polemica anti immigrazione. Nella mischia si lancia anche il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri. «Non possiamo che essere sconcertati per la facilità con cui in Italia gli assassini entrano e escono dal nostro Paese. Siamo la base di ingresso dei criminali che qui evidentemente si sentono più protetti e tollerati. È una cosa inaudita», dichiara l’esponente azzurro. «Renzi si è più preoccupato di fare traffici con le nomine dei suoi amici e consulenti nei Servizi segreti che della nostra sicurezza. L’Italia è la piattaforma logistica dei terroristi? La politica del trasporto di clandestini viene attuata dai nostri governi per aiutare il crimine? Siamo esterrefatti e preoccupati per l’incapacità di chi governa il Paese».
Gli esponenti del Partito democratico, invece, si limitano a esaltare il ruolo delle forze dell’ordine italiane senza commentare le parole dei maggiori leder d’opposizione. «Quando oggi è arrivata la notizia dell’operazione di Sesto San Giovanni che ha portato al fermo e poi all’uccisione del killer di Berlino per me è stata semplicemente una conferma: i nostri uomini sono tra i migliori al mondo», scrive su Facebook Matteo Renzi. Che poi sottolinea: «La morte di un uomo non è mai un evento da festeggiare, ma aver bloccato il killer, che pure era armato, era fondamentale» .