PHOTO
BEPPE GRILLO, COMICO E POLITICO
L’Inno alla Gioia di Beethoven, un carro funebre che avanza, lui che abbassa il finestrino e dice «sono ottimista per le votazioni del 5 dicembre». Si aprono così i quasi nove minuti di video in cui il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, certifica «la morte» del M5S per come lui, assieme a Gianroberto Casaleggio, l’aveva pensato prima e fondato poi. E sarà sempre con un video nel tardo pomeriggio che Giuseppe Conte risponderà (ci arriviamo), di fatto andando dritto per la sua strada. Ma andiamo con ordine.
«Devo parlarvi come attuale e confermato dallo Statuto garante e quindi come custode dei grandi valori del Movimento 5 Stelle», esordisce Grillo dal carro funebre. Valori che, questo il primo attacco all’attuale leader Giuseppe Conte, «sono scomparsi in questi tre anni». Attacchi che poi continuano specificando che come garante «non aveva alcun ruolo» e che «tutte i miei progetti non arrivavano al mago di Oz (cioè Conte, e qui il secondo attacco) perché lui non si faceva mai trovare».
Poi Grillo elenca una serie di proposte che avrebbe formulato all’ex presidente del Consiglio, dalla sfiducia costruttiva con sbarramento al 5% alla «legge anti-zombie» cioè contro il vincolo di mandato, fino alla limitazione degli affitti brevi. «Siete diventati un partito di gente che non riconosco più - insiste il fondatore - Avevo già perso, ma i valori li abbiamo fatti con Casaleggio che ci ha messo l’intelligenza, io ci ho messo il coraggio e milioni di italiani ci hanno messo il cuore».
Quindi torna sui 12 quesiti posti dal nuovo ciclo contiano, spiegando che «sono state fatte venti domande per coprire tre temi» e cioè eliminazione del garante, ruolo del presidente e abolizione della regola dei due mandati. «Avete già deciso e io ho già perso, lo so, ma sono ottimista perché questo Movimento aveva un’identità straordinaria», insiste il fondatore tornando sulla regola dei due mandati.
«Eravamo d’accordo e in più io proponevo che il primo si facesse nei comuni, perché è lì che si fa la strategia economica del futuro». Dando di fatto il via libera alla riforma dell’Autonomia (combattuta da Conte), «perché i Comuni finalmente conteranno e faranno politica di serie A». Per poi aggiungere di aver «solo chiesto di avere un controllo sulle cose». E attaccando ancora Conte. «Mi ha accusato di essere un soprelevato ma dal suo punto di vista di sottopassaggio è chiaro che mi vede come sopraelevato - ha detto - soffre di questa sindrome ripetitiva compulsiva di proiezione a specchio, cioè butta sugli altri quello che vorrebbe essere lui o che è già lui».
E ricorda di non aver mai avuto titoli, né lui né Casaleggio, per fare il ministro o altro e descrive il M5S di oggi come «un partitino progressista con questi giochetti che neanche la DC», portando d’esempio il presunto accordo tra Pd e M5S per il sostegno dem in Campania all’ex presidente della Camera Roberto Fico in cambio del sostegno grillino a Orlando in Liguria (poi risultato ininfluente vista la sconfitta contro il candidato del centrodestra Marco Bucci).
«Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio - ha aggiunto - ha ragione l’eletta in Sardegna (Todde, ndr) che dice “me ne frego di Grillo”, bene coraggio fatevi un altro simbolo e andate avanti: il Movimento è morto e stramorto». Ma lanciando poi un messaggio ottimistico «sull’humus della transizione energetica e digitale e dei discorsi sul futuro che è ancora vivo» e attaccando i partiti «che sono tornati indietro di vent’anni». E lasciando infine intendere che ci saranno altre mosse: «Ho un’idea che vi dirò poi, ma questo Movimento avrà un altro e meraviglioso decorso, che ci siate voi o no». Insomma, si direbbe scissione in vista, se non fosse che quando c’è di mezzo Grillo bisogna aspettarsi di tutto.
Chi si aspettava un discorso del genere è Giuseppe Conte, il quale tuttavia non le manda a dire e risponde per le rime. «La nostra comunità, la comunità del Movimento Cinque Stelle è abituata agli attacchi esterni, anche perché, diciamolo, combattiamo battaglie scomode che danno fastidio - spiega l’ex presidente del Consiglio - Dispiace però che chi dovrebbe essere al nostro fianco e conoscerci meglio si è messo invece da tempo ai margini della nostra comunità e si dimostra disinformato». Disinformato perché, aggiunge, «molte delle proposte menzionate in realtà si sono già tradotte in proposte di legge in Parlamento già depositate che stiamo portando avanti da tempo con forza e determinazione».
Conte assicura poi che quella del Movimento «è una comunità orgogliosa che non si lascia calpestare da nessuno» e che «da giovedì a domenica tornerà a votare». Il tutto perché «ci sono nuove battaglie da portare avanti, quelle che dalla base sono state selezionate saranno gli obiettivi strategici che realizzeremo tutti insieme». Annunciando poi che «da lunedì si volta pagina».
E dunque nessuno spazio per il dialogo con Grillo, che come evidente non ha tuttavia dato alcun segnale di resa. Di conseguenza è possibile che lunedì, vedendosi per un seconda volta ostracizzato, prenda l’iniziativa e decida di portare via il pallone. Ma la partita, c’è da credere, sarà ancora lunga.