La prima stretta di mano l’hanno data nella Sala Ovale, il secondo abbraccio è arrivato sotto i portici di Palazzo Chigi. JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, è a Roma per una visita ufficiale – e pasquale – che ha tutto il sapore di un “secondo tempo” del bilaterale di giovedì a Washington.

Con Giorgia Meloni, reduce dalla Casa Bianca, l’incontro si è svolto tra sorrisi, scambi di cortesie e riferimenti all’«amicizia fra le nostre nazioni». Ma sui dossier pesanti – guerra in Ucraina e soprattutto dazi – il dialogo resta aperto e interlocutorio. Più una passerella diplomatica che un negoziato concreto. L’aereo con a bordo Vance e la sua famiglia è atterrato a Ciampino alle 7:44, a bordo anche la moglie Usha e i tre figli, attesi da un’agenda romana che alterna bilaterali politici, incontri religiosi e gite culturali. Il vice di Trump, convertito al cattolicesimo, ha partecipato alle celebrazioni del Venerdì Santo e domenica dovrebbe essere in piazza San Pietro per la messa di Pasqua.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra il Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, James David Vance a Palazzo Chigi, Roma (Italia) 18 aprile 2025 (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra il Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, James David Vance a Palazzo Chigi, Roma (Italia) 18 aprile 2025 (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra il Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, James David Vance a Palazzo Chigi, Roma (Italia) 18 aprile 2025 (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili (UFFICIO STAMPA)

Ma prima, lo scalo istituzionale con Meloni, con tanto di picchetto d’onore della Marina militare e pranzo con i due vicepremier Tajani e Salvini. «Ieri un fantastico incontro alla Casa Bianca, oggi un’altra occasione per rafforzare la nostra cooperazione bilaterale» ha detto la premier, visibilmente soddisfatta. Vance ha ricambiato l’entusiasmo con parole di amicizia («Apprezzo molto il nostro rapporto personale») e una battuta: «Anche se mi avesse insultato, lo avrebbe fatto nella lingua più bella del mondo». Un’uscita che ha strappato il sorriso della presidente del Consiglio, che ha tradotto in simultanea per sopperire all’assenza dell’interprete.

Nessuna dichiarazione congiunta, questa volta, ma il richiamo al comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo l’incontro tra Meloni e Trump: «Stati Uniti e Italia sottolineano che la guerra in Ucraina deve finire» e «sostengono pienamente la leadership del presidente Trump nel mediare un cessate il fuoco». Vance, da parte sua, ha parlato di «novità nelle ultime 24 ore» nei negoziati tra Russia e Ucraina e si è detto «ottimista» sulla possibilità di chiudere il conflitto. Dichiarazioni cariche di intenzioni, ma ancora prive di sostanza negoziale: nessun dettaglio, nessun annuncio.

Stessa vaghezza sul fronte commerciale. Il tema più delicato, quello dei dazi minacciati da Trump contro i prodotti europei (e italiani in primis), è stato appena sfiorato. «Abbiamo grandi negoziati in corso con l’Unione europea, continueremo un dialogo fruttuoso» ha assicurato Vance, promettendo un seguito al confronto già avviato ieri a Washington. Ma qui a Roma, niente di nuovo: solo l’impegno a «parlare di alcune relazioni economiche molto importanti». L’impressione è che la partita vera si giochi più avanti, e altrove.

E così, anche il secondo tempo dell’intesa USA-Italia si conclude senza goal. Vance e Meloni confermano il feeling personale, ribadiscono l’alleanza storica tra i due Paesi, ma lasciano in sospeso i nodi strategici, affrontati in maniera più concreta nella nota congiunta dei due governi in tarda mattinata. L’Italia, dice Meloni, può essere un «partner affidabile e serio» nel Mediterraneo e in Europa.

Ma lo scacchiere atlantico, con un Trump sempre più ingombrante sullo sfondo e un’Europa alle prese con il voto, resta instabile. Nel frattempo, la cartolina romana di JD Vance si arricchisce di immagini evocative. «Roma è un luogo costruito da chi ama Dio e l’umanità» ha detto il vicepresidente USA, lodando la bellezza delle strade e il calore dei cittadini. Ieri pomeriggio è stato a Castel Sant’Angelo, oggi sarà al Colosseo. Domenica, se le condizioni di Papa Francesco lo permetteranno, potrebbe esserci anche un incontro in Vaticano. Una “vacanza di lavoro”, dunque, dove la diplomazia corre su due binari: quello dell’amicizia e quello, molto più incerto, delle trattative. La sintonia tra i due governi non è mai stata così visibile. Ma senza decisioni su guerra e commercio, resta una scena – ben costruita – in attesa del copione vero.