Giorgia Meloni interviene duramente sulle recenti inchieste di dossieraggio che rivelano gravi violazioni di privacy e minacce alla sicurezza dello Stato. La presidente del Consiglio sollecita la magistratura a proseguire senza riserve, sostenendo che queste indagini rivestono un’importanza fondamentale per la protezione dello Stato di diritto. La premier sottolinea infatti come, «nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c'era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere».

Nel suo nuovo libro, Giorgia Meloni affronta con decisione anche la vicenda personale legata a tali inchieste. Racconta di un dossieraggio iniziato alla fine del governo Draghi, un periodo in cui le previsioni indicavano già la sua potenziale nomina alla presidenza del Consiglio. «Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi, quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Sulla vicenda dei dossieraggi mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo».

Il caso di Arianna Meloni

Arianna Meloni, sorella della premier, si trova coinvolta in un’inchiesta in cui un funzionario bancario avrebbe esaminato il suo conto in modo illecito. Meloni racconta con ironia la reazione della sorella, che ha condiviso una foto dell'estratto conto con soli 2.100 euro e un commento divertito: «Se me l’avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto», ha dichiarato la presidente del Consiglio, per poi aggiungere: «Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me». La premier insiste sulla trasparenza della sorella: «Purtroppo per loro, hanno a che fare con un’altra persona che non ha scheletri nell’armadioº.

Giorgia Meloni e la rassegna stampa

La premier si allontana dalla rassegna stampa quotidiana per evitare di lasciarsi influenzare da notizie che considera spesso tendenziose. In merito alle inchieste giornalistiche, infatti, Meloni spiega: «Ho smesso di leggere la rassegna stampa quando mi sono resa conto che almeno la metà delle cose che si scrivono non vengono scritte per raccontare un fatto, ma piuttosto per tentare di determinarne uno».