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La premier Giorgia Meloni ha tenuto un importante discorso in Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo, fissato per giovedì e venerdì. Il suo intervento ha toccato temi di grande rilevanza, sia per l’Italia che per l’Europa. Tra questi, spicca la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione Europea, incarico che segna, secondo Meloni, "un riconoscimento del ruolo e del peso dell’Italia in Europa."
Meloni ha esordito ribadendo che la nuova legislatura europea si apre in un clima di preoccupazione per la situazione internazionale, con due fronti aperti: la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. Tuttavia, la premier ha voluto evidenziare come l’Italia si trovi in una posizione centrale in questa fase, grazie anche alla scelta di designare Raffaele Fitto per un incarico di primo piano nella Commissione Ue.
Meloni ha dichiarato senza mezzi termini che la nomina di Fitto deve essere sostenuta da tutte le forze politiche: "Abbiamo il dovere di essere uniti," ha detto, puntando sul fatto che "l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte." Questa unità politica sarà fondamentale per consentire alla Commissione di iniziare a operare a pieno regime già dal 1° dicembre.
Un punto centrale del discorso riguarda le deleghe assegnate a Fitto. Il ministro italiano avrà in mano dossier cruciali come la coesione territoriale, con un pacchetto da 378 miliardi di euro, e il Pnrr, che secondo Meloni rappresenta "un interesse primario per il Paese". Quest’ultima delega, infatti, vale circa 600 miliardi di euro. Meloni ha ribadito che l’Italia, grazie all’operato di Fitto, è "la Nazione più avanti nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza", nonostante abbia anche il piano più corposo d’Europa.
La premier ha poi voluto chiarire alcune critiche mosse all’assegnazione delle deleghe a Fitto. Alcuni hanno interpretato la collaborazione con il commissario Dombrovskis come un segnale di rigore imposto dall'Europa. Meloni ha invece sottolineato che questo affiancamento rappresenta un’opportunità per portare avanti "una maggiore flessibilità" negli investimenti, storicamente sostenuta dall'Italia.
Meloni ha anche toccato il delicato tema del ruolo internazionale dell’Italia, sottolineando che la nomina di Fitto nella Commissione Ue "rappresenta un miglioramento notevole" rispetto alla posizione del nostro Paese nella precedente legislatura europea. Ha aggiunto che "a differenza di quello che vorrebbero alcuni, in Europa la forza degli Stati membri viene prima delle forze partitiche". Questo concetto di sovranità nazionale e il ritorno dell’Italia a una posizione di centralità sono stati un filo conduttore del suo intervento.
Guardando alla politica interna, Meloni ha richiamato i partiti italiani a fare fronte comune, soprattutto in un momento così delicato per l’equilibrio politico europeo. "Mi auguro sinceramente che questo momento sia uno di quelli in cui l’interesse nazionale prevalga su quello di parte, senza distinguo e senza tentennamenti" ha affermato.
Sul fronte internazionale, Meloni ha parlato anche della crisi in Medio Oriente. La premier ha espresso preoccupazione per l’escalation in Libano, e ha sottolineato la necessità di garantire la sicurezza dei militari italiani impegnati nelle missioni Onu e bilaterali. "Pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati" ha dichiarato, parlando dei recenti attacchi subiti dalle truppe italiane in missione da parte dell’esercito israeliano.
Infine, Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia nei confronti dell’Ucraina: "Non ci rassegniamo all’idea di abbandonare Kiev" ha detto, sottolineando che il sostegno europeo all’Ucraina rappresenta un passo fondamentale per garantire una pace giusta e duratura.