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I leader politici in campo per le elezioni europee 2024
«Ci hanno visto arrivare, ma non sono stati in grado di fermarci». È raggiante la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, quando a tarda notte raggiunge il quartier generale di Fratelli d'Italia allestito all'hotel Parco dei Principi di Roma per seguire lo spoglio dei voti per le elezioni europee. Le proiezioni sui dati reali, che tracciano già un quadro più o meno definito dell'esito delle urne, restituiscono alla premier e al partito un dato superiore al 28 per cento e a quanto raccolto alle scorse elezioni politiche. «Questa notte è più bella di quella di due anni fa. Oggi i cittadini ci hanno detto che stanno dalla nostra parte: grazie, è commovente quello che è successo», scandisce la premier dal palco fra gli applausi dei big del partito e militanti.
Il risultato del voto, sottolinea la premier, è eccezionale anche per il governo, tanto che la premier si dice «fiera che la nostra Nazione si presenti al G7 e in Europa con il governo più forte di tutti, è una soddisfazione e anche una grande responsabilità». Questo grazie anche al risulto degli alleati di governo, Forza Italia e Lega, di cui la premier si dice "orgogliosa".
La dedica a Berlusconi
A sorridere nella maggioranza, insieme alla premier, è il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani che, alla prima vera sfida da leader del partito dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, raccoglie quanto sperato. «Questo risultato è dedicato a Berlusconi», sottolinea subito il ministro degli Esteri, che poi aggiunge: «Stiamo raggiungendo i risultati che ci eravamo prefissati. Fino a qualche mese fa - ha incalzato - qualcuno pensava saremmo scomparsi e che non avremmo superato lo sbarramento del 4 per cento» e invece «Forza Italia cresce ed è un partito nazionale». Anche se per capire se ci sarà davvero il sorpasso sulla Lega bisognerà attendere i risultati definitivi, visto che la partita si gioca sul filo dei voti. Ma lo sguardo va già oltre visto che il prossimo l'obiettivo del segretario Tajani «è raggiungere il 20 per cento alle prossime elezioni politiche».
Lega sottotono
Bicchiere mezzo vuoto per la Lega di Matteo Salvini che, nonostante l'effetto della candidatura del generale Roberto Vannacci, non riesce ad avvicinarsi a Fratelli d'Italia. Detto questo «se siamo anche di uno 0,1 sopra le elezioni politiche la soddisfazione c’è. E' un anno che ci davano per morti ma siamo vivi e vivaci», ha commentato a tarda notte Salvini, lanciando anche un messaggio ai naviganti: «Non accetteremo una coalizione» in Europa «con i socialisti e con Macron. Spero che il centrodestra sia unito in Europa, spero in un centrodestra compatto in Europa».
Bene il Pd
Nel campo delle opposizioni, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha parlato di «un risultato straordinario: siamo il partito che cresce di più dalle politiche» e soprattutto «la distanza da Fratelli d'Italia e da Giorgia Meloni si restringe». Questo grazie ad una campagna elettorale «fatta sul territorio» e ad «una squadra forte e plurale che hanno premiato». Inoltre, andando al campo largo, «il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo» e per questo «continueremo ad essere testardamente unitari», ha assicurato.
Delusione M5S
Messaggio rivolto a Giuseppe Conte, il cui umore nel post voto è di tutt'altro tenore. «Avvieremo una riflessione interna per approfondire le ragioni per questo risultato che non ci soddisfa e che non è come ci aspettavamo», ha chiarito quando era stato scrutinato un terzo delle sezioni. Vera sorpresa del voto, almeno per alcuni, è stato il risultato di Alleanza Verdi e Sinistra, che non solo raggiunge la soglia del 4 per cento ma si attesta a quasi il 7. «Per noi - ha commentato Nicola Fratoianni annunciando anche il successo di Ilaria Salis, che occuperà uno scranno «a Strasburgo - è un risultato straordinario. Siamo stati la sorpresa, con un risultato superiore anche alle nostre attese».
Fallimento di Renzi e Calenda
Appare invece segnato il destino di Azione e Stati Uniti d'Europa e dunque di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Quando sono state scrutinate due terzi delle sezioni, per entrambi i partiti la soglia del 4 per cento appare un miraggio. Forse per questo, a tarda notte non era ancora pervenuto alcun commento dei due leader centristi.