Che non corresse buon sangue tra la famiglia Berlusconi e Matteo Salvini, lo si era sospettato quando Marina, primogenita del Cavaliere, aveva stuzzicato il Carroccio insistendo sulla necessità di una politica favorevole alla tutela dei diritti civili, con particolare attenzione alla comunità Lgbt. Un assist colto al volo dal governatore del Veneto Luca Zaia, che molti hanno letto in chiave polemica per la svolta nazionalista e ultraconservatrice del leader leghista, incarnata dal generale Vannacci e dalla sua candidatura maturata dopo la pubblicazione di un libro che non ha lesinato contenuti nemmeno troppo velatamente omofobi.

Ma le critiche indirizzate da Pier Silvio al segretario della Lega, che non ha mancato di storcere la bocca anche sulle modalità con cui il ministro dei Trasporti ha deciso di intitolare l'aeroporto di Milano Malpensa a suo padre, segnano un ulteriore salto di qualità, soprattutto perché scaturite laddove di certo non era lecito attendersi frizioni. «Se fosse opportuno farlo adesso», ha osservato Pier Silvio, «o più avanti non lo so». «Le modalità», ha aggiunto, «non penso siano state perfette nei tempi e nei modi. Era evidente che si sarebbero accese delle polemiche».

Parole che, verosimilmente, hanno fatto sobbalzare sulla sedia Salvini, che ha voluto, di rimando far sapere di avere contezza di quale sia la vera origine del livore nei suoi confronti. La replica all'ad Mediaset, recapitata attraverso del partito, si è malignamente concentrata su quello che a via Bellerio, ritengono il nervo scoperto, dopo la proposta di un emendamento per l'abolizione del canone e la conseguente rimozione del tetto alla raccolta pubblicitaria per le emittenti pubbliche, che ha suscitato la dura reazione di Cologno monzese. «La Lega», è scritto nella nota, «sarebbe lieta di confrontarsi con l’ad di Mfe-Mediaset Pier Silvio Berlusconi e la sua azienda sul futuro dell’offerta televisiva italiana, ivi compreso il miglioramento della tv pubblica con riduzione dei costi a carico dei cittadini».

«Il dialogo», ha concluso la nota, «è sempre utile, anche perché l’obiettivo è migliorare la concorrenza e la qualità complessiva del prodotto a beneficio del pubblico». Poco prima, Berlusconi aveva dichiarato che la proposta della Lega «è un pasticcio assoluto, il contrario di quello che andrebbe fatto e sarebbe la morte dell'editoria italiana».