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ANTONIO TAJANI MINISTRO ESTERI
«Per essere cittadini italiani bisogna conoscere l’italiano, la storia e la geografia italiana la Costituzione e l’educazione civica: ecco perché diciamo nella nostra proposta che dopo 10 anni di scuola dell’obbligo condotta con profitto puoi diventare cittadino italiano». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, presentando a Milano la proposta di legge di Forza Italia, denominata Ius Italiae sulla cittadinanza italiana.
Il problema è che negli stessi minuti a Pontida i giovani leghisti lo definivano «scafista» e urlavano cori per mandarlo a quel paese. E provocando, ovviamente, la reazione di Forza Italia. «Le dichiarazioni che giungono da Pontida, ottusamente ingiuriose nei riguardi del nostro segretario nazionale Antonio Tajani, provengono evidentemente da ignoranti, perché evidentemente ignorano il contenuto della proposta di Forza Italia sullo “Ius Italiae” e intervengono scompostamente con slogan volgari e frasi fatte di miserabile livello – hanno scritto in una nota Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia e il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri – Se così fosse, sono certo che la la dirigenza della Lega, una volta lette, prenderà le distanze da tali inqualificabili parole e non farà mancare il leale sostegno al segretario Tajani».
Sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce nazionale di Fi Raffaele Nevi. «La politica è una cosa seria e non uno scontro contro chi la pensa diversamente – ha detto Nevi – Ci auguriamo che i cori dei giovani leghisti contro Antonio Tajani siano solo il frutto di giovani ignoranti e ci aspettiamo che vengano immediatamente smentiti dalla dirigenza leghista: il centrodestra, grazie al presidente Berlusconi, ha maturato nel tempo una tradizione di ascolto, dialogo e sintesi che speriamo nessuno voglia mettere in discussione».
Poco dopo è intervenuto direttamente Matteo Salvini. «Chiedo scusa a nome loro – ha detto – Ogni alleato è un amico». Poco dopo il ministro degli Esteri ha incassato. «Grazie Matteo Salvini – ha scritto – Anche per me ogni alleato è un amico:la lealtà è il principio sul quale si regge la coalizione di centrodestra al governo dell’Italia».
Nel suo annuncio Tajani aveva spiegato che «abbiamo lavorato intensamente per dare nuove regole per l’acquisizione della cittadinanza italiana: non si tratta di regole permissiviste e non vogliono favorire l’immigrazione illegale nel nostro Paese ma le regole puntano la loro sostanza sulla serietà e sui diritti» aggiungendo che «nella proposta di legge si conferma il principio dello ius sanguinis ma abbiamo deciso di ridurre l'albero genealogico: il principio è valido fino al bisnonno e poi basta, non fino al 1861». E spiegando infine di voler evitare le truffe. «La cittadinanza non è un business né una barzelletta – ha detto – Vogliamo veri italiani, non persone che chiedono la cittadinanza solamente per avere un passaporto comunitario».