PHOTO
Il ministro della Salute Orazio Schillaci
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha rilanciato l’urgenza di una legge nazionale sul fine vita, sottolineando la necessità di superare le attuali disomogeneità regionali. «Sul fine vita è importante trovare una sintesi. Non si possono lasciare le singole Regioni a fare fughe in avanti. È un argomento complesso, ma credo che i tempi siano giusti e maturi per una legge buona per tutti», ha dichiarato Schillaci durante il programma Start, in onda su SkyTg24.
Italia senza una legge nazionale sul fine vita
Attualmente, l’Italia non dispone di una normativa nazionale che regolamenti il fine vita. Le uniche linee guida sono state stabilite dalla Corte Costituzionale, che nel luglio 2024 ha ribadito i criteri per accedere al suicidio assistito, già definiti dalla storica sentenza n.242 del 2019.
I requisiti stabiliti sono: irreversibilità della patologia; sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili per il paziente; dipendenza da trattamenti di sostegno vitale; capacità di prendere decisioni libere e consapevoli.
Questi criteri devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale, seguendo procedure precise. Tuttavia, la Corte ha anche chiarito che le Regioni possono legiferare in materia, fornendo un quadro normativo per l’attuazione del diritto al suicidio assistito.
L’Associazione Luca Coscioni e la battaglia per una legge
Tra i promotori di una regolamentazione più chiara e accessibile c’è l’Associazione Luca Coscioni, che ha lanciato la campagna "Liberi subito. Liberi fino alla fine", con una proposta di legge di iniziativa popolare per garantire il diritto all’eutanasia e al suicidio assistito in tutto il Paese.