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La data del voto per il referendum costituzionale è il 4 dicembre. Lo ha comunicato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ai ministri riuniti per il Cdm a Palazzo Chigi. Renzi aprirà la campagna per il Sì al Referendum il prossimo 29 settembre nella sua Firenze. Il capoluogo toscano rappresenta la prima di numerose tappe in vista del voto, che potrebbe risultare decisivo anche per il futuro dell'esecutivo.Ne è certa Daniela Santanchè, deputata di Forza Italia: "Gli italiani sono pronti a scrivere "game over" per Renzi e per una riforma a uso e consumo del premier-padrone. Questa si che sarà la volta buona per far capire a Renzi che è rimasto solo"."Finalmente gli italiani conoscono la data di scadenza di questo governo abusivo: il 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale e se vince il no Renzi va a casa", scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni."Il referendum al 4 dicembre é l'ultima squallida trovata di Renzi che gli si ritorcerà contro perché la gente lo manderà a casa. Si comporta come lo studente impreparato, che rimanda sempre l'esame perché impreparato ma alla fine verrà comunque bocciato", sottolinea il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga."Finalmente il tormentato dibattito sul quando potrà lasciare spazio, spero su un pacato dibattito sul che cosa. Spero che la politica sia in grado di rendersi conto di quanto estranea resti la popolazione al merito del quesito referendario che già è complesso per sua natura, ma che il dibattito pubblico che si è ascoltato finora non è stato in grado di spiegare. Si cambiano 47 articoli della Costituzione, più di un terzo della carta: sarà il caso di andare un pò oltre il sì o no a Renzi", l'auspicio del presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.Il quesito che i cittadini troveranno nella scheda è il seguente: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 88 del 15 aprile 2016?". I precedenti più ravvicinati sono due referendum costituzionali, quello che si è svolto nel 2006 sulla riforma del governo Berlusconi, la cosiddetta 'Devolution', e quello che si svolse nel 2001 per la riforma del Titolo V fatta dal centrosinistra. Nel 2001 il referendum si svolse in un'unica giornata, il 7 ottobre. Nel 2006, invece, la consultazione popolare occupò due giorni, domenica 25 e lunedì 26 giugno. Nel 2006 si recò alle urne il 52,3% degli aventi diritto: vinse il No con il 61,3%, il Sì si fermò al 38,7%. Nel 2001, invece, si recò alle urne il 34% degli aventi diritto: vinsero i Sì con il 64,2%, i No incassarono il 35,8%.Il referendum sarà valido a prescindere dal numero dei votanti. Nel referendum confermativo, infatti, non è previsto alcun quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza di quanto previsto per il referendum abrogativo.