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«La Lega conosce la nostra storia, noi la loro. Siamo forze politiche ben distinte e alternative». Parole e musica di Roberto Fico, presidente delle Camera e altra metà del cielo del Movimento 5Stelle. Quello che non si riconosce nelle posizioni più moderate di Lugi Di Maio, e che non dimentica, come ricorda lo stesso Fico, le battaglie contro la Tav: «Quella contro la Torino Lione conferma infatti il presidente della Camera - è una lotta cui ho partecipato dal 2005. C’è stato un grande lavoro con il movimento no Tav, è una battaglia che non si può dimenticare. Come l’acqua pubblica, cui ho legato la mia presidenza. La legge arriverà presto e mi auguro venga approvata con il più ampio consenso possibile».
Per non parlare della questione migranti, sulla quale Fico ha in mente il modello del premier canadese Troudeau che è decisamente distante dal modello Salvini: «Un’immigrazione controllata, sostenibile, come avviene in Canada, può portare benefici per tutti. Dove questo non avviene, dove non si integra, crescono lo scontro sociale e la paura». Del resto nel momento più caldo delle scontro tra Viminale e Ong, Fico si schierò decisamente dalla parte delle organizzazioni non governative. E oggi conferma: «La Libia ha un problema strutturale di diritti umani. La prima cosa che dobbiamo chiedere è che i centri che accolgono i migranti lavorino sotto l’egida delle organizzazioni internazionali. E che non ce ne siano di illegali».
Altro punto di frizione con Salvini è il caso di Giulio Regeni, il ricercatore rapito e assassinato in Egitto. Lì’ dove il Viminale antepone la ragione di Stato e la salvaguardia dei buoni rapporti con l’Egitto alla ricerca della verità, Fico ribadisce: «Dal primo giorno in quest’ufficio mi sono impegnato perché la ricerca della verità su Regeni diventasse un obiettivo di tutto il governo. Ho incontrato i genitori, che ringrazio per il coraggio e la forza, insieme al loro avvocato. Prima da solo, poi con il ministro degli Esteri. Moavero, nel suo faccia a faccia di pochi giorni fa con Al- Sisi, ha messo la questione Regeni al primo punto». E ancora: «Io stesso a settembre sarò lì, invitato dal presidente del Parlamento, in vista della riunione tra la procura di Roma, che sta facendo un lavoro straordinario, e quella del Cairo. Non molliamo» . Poi la stoccata al salviniano ministro Fontana che ha proposto di abolire la legge Mancino: «Da terza carica dello Stato di una Repubblica nata sulla lotta al nazifascismo, ho già detto che quella legge va mantenuta e ampliata. Non c’è discussione su questo». Infine la Rai: «Serve un nuovo voto e un presidente a tutti gli effetti». Come dire: il salviniano Marcello Foa si trovi un altro impiego