IL GOVERNATORE VENETO LUCA ZAIA CHIEDE UNA ZONA ROSSA NAZIONALE

Passeremo le festività natalizie in casa, ma alcuni potrebbero farlo già vaccinati. É quanto emerge da una giornata politica iniziata ieri mattina con la videoconferenza Stato- Regioni, che tra le altre cose ha dato il via libera al piano di vaccinazione del commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, e proseguita poi nel pomeriggio con la riunione tra il governo e i capidelegazione di maggioranza, ad eccezione di Italia Viva.

La ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, era infatti impegnata fino a ieri sera a Bruxelles, ma l’assenza si aggiunge alla tensione in corso tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e Matteo Renzi, che dovrebbero incontrarsi ( il condizionale è d’obbligo) questa mattina a palazzo Chigi.

Ma andando con ordine, dalla conferenza Stato Regioni è emersa la richiesta da parte di alcuni presidenti, d’intesa con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e con il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, di un inasprimento delle misure restrittive nel periodo che va dalla vigilia di Natale all’Epifania, ipotizzando una zona rossa nazionale. A chiederlo con maggior forza è stato Luca Zaia, presidente del Veneto, dove in questi giorni la pressione sugli ospedali è aumentata fino al livello d’allarme, così come sono aumentati contagi e decessi.

“Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il governo le facciamo noi - ha detto Zaia - Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto”. Sulla stessa linea del Veneto anche Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche, mentre è più cauto l’atteggiamento di Toscana ( ancora in zona arancione) e Liguria. “Dove non c'è bisogno, non vedo perché si debba fare una stretta ulteriore - è il ragionamento del presidente ligure, Giovanni Toti - Perché imporre alla Liguria una zona rossa per Natale, quando i liguri in queste settimane si sono impegnati e sacrificati per far calare la curva del contagio e farci arrivare in piena zona gialla?”.

Nel corso della riunione è stato presentato alle Regioni il piano vaccini, con tanto di “libretto d’istruzioni” che verrà distribuito agli enti locali nei prossimi giorni, dopo che l’Agenzia europea del farmaco ( Ema) ha anticipato il vertice per autorizzare l’uso del vaccino Pfizer- BioNtech al 21 dicembre. “Una luce in fondo al tunnel”, ha detto Speranza, specificando che, in caso di semaforo verde, l’Italia è pronta ad anticipare l’avvio della campagna di vaccinazione, inizialmente previsto per metà gennaio, tra Natale e Capodanno.

Nella prima fase arriveranno tre milioni e 400mila dosi, necessarie a vaccinare un milione e 800mila persone, e la Commissione europea ha fatto sapere di augurarsi un V- day in cui tutti gli Stati membri, o almeno una buona parte, inizino le vaccinazioni.

Dopo l’approvazione, in un paio di giorni saremo pronti a fornire aiuti per avviare la campagna, spiegano da Bruxelles, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in prima linea per garantire il sostegno necessario ai singoli paesi.

E chissà che la vaccinazione sia uno dei pochi motivi per essere autorizzati a uscire di casa, dal momento che l’ipotesi di una zona rossa sta diventando sempre più concreta. Alla riunione a palazzo Chigi erano presenti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i ministri Boccia e Speranza ( quest’ultimo anche in rappresentanza di Leu), Dario Franceschini per il Pd, che in mattinata aveva auspicato, avallato da Zingaretti, “misure più rigorose”, e Alfonso Bonafede per il Movimento 5 stelle. Nelle stesse ore è arrivato il Senato ha votato a favore della risoluzione di maggioranza che invita il governo a considerare il permesso agli spostamenti tra piccoli comuni a Natale. Una misura pensata solo pochi giorni fa come allentamento delle misure, e passata di moda in men che non si dica.