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Il primo faccia a faccia tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein è durato più di un’ora e mezzo. È stato l’incontro più lungo della giornata di consultazioni tra la presidente del Consiglio, affiancata dai due vice Salvini e Tajani, dai due sottosegretari Fazzolari e Mantovano e dai due ministri competenti in materia Ciriani e Casellati, e i gruppi di opposizione.
«La riforma costituzionale non è una priorità come lo sono invece il lavoro, la sanità pubblica, il clima, la casa - ha esordito Schlein - Se l’obiettivo è rafforzare l’efficienza delle istituzioni, la stabilità e la rappresentanza, analizzeremo le proposte senza pregiudizi ma non si tocchi l’istituzione della Presidenza della Repubblica, garanzia di stabilità e credibilità»
Facendo il punto con i giornalisti, precisando che «dobbiamo cambiare questa legge elettorale» perché «non si può andare avanti con i listini bloccati». Ma poi occorre «rafforzare la stabilità» con la sfiducia costruttiva ma anche «limitando la decretazione d’urgenza e rafforzando gli istituti referendari e le leggi di iniziativa popolare».
«A noi più che lo strumento interessa la qualità del confronto», ha aggiunto Schlein, a patto che il governo non abbia già deciso e non «tiri dritto, come ha fatto sull’autonomia e anzi metta da parte le altre riforme». Prima dell’incontro, la leader dem si è sentita al telefono con il presidente del M5S Giuseppe Conte, per coordinare la linea.
Ma anche Meloni, che domani sarà a Praga per una visita ufficiale, ha messo alcuni puntini sulle i, spiegando che «ogni sistema democratico ha bisogno dei suoi contrappesi» e che «una democrazia ha bisogno dell’opposizione!. Obiettivo «cercare delle convergenze», prima tra tutti «la considerazione che l’instabilità è un problema».
Secondo la presidente del Consiglio, visti i numeri della maggioranza, «sarebbe miope» che questa si limitasse a «gestire la quotidianità». Il problema, ha concluso Meloni, «non è rafforzare l’esecutivo o accentrare il potere ma rafforzare la stabilità dell’esecutivo».