«Credo che in questa indagine ci siano state delle palesi violazioni della legge europea, mancano del tutto la presunzione di innocenza e l'imparzialità dei magistrati. Sono emersi legami dei giudici con la massoneria, conflitti di interesse, non ci sono state le garanzie che esistono in Italia. Qui c'è stata e c'è solo la presunzione di colpevolezza. Dimostrerò la mia innocenza, non ci sono prove delle accuse che mi rivolgono. Hanno usato me per creare un caso politico». Così l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili ha parlato delle sue vicende giudiziarie in un'intervista rilasciata a Quarta Repubblica, il talk show condotto da Nicola Porro su Retequattro.

Accusata dalla procura di Bruxelles con Antonio Panzeri e altri di essere al centro di una presunta corruzione da parte del Qatar, ha trascorso 6 mesi di detenzione tra carcere e arresti domiciliari. Indagato anche il compagno Francesco Giorgi. «Ci sono delle persone, connesse al conflitto di interesse per cui si è ritirato il giudice istruttore Michel Claise, che non sono state coinvolte in questa indagine, né arrestate né interrogate. Chiediamoci per quale motivo», accusa.

Sul carcere preventivo spiega: «È inaccettabile che tali violazioni dei diritti accadano nel cuore dell'Europa. Ho chiesto di essere sentita al Parlamento europeo, ma questo non è ancora accaduto. Credo che sia giusto che i cittadini sappiano cosa è accaduto prima delle elezioni europee, prima di andare a votare».