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Stefano Porta /LaPresse
Un assedio. È quello messo in atto dalle opposizioni che “circondano” il ministro dei trasporti Matteo Salvini con una batteria di dichiarazioni, nell'ennesima giornata nera per la rete ferroviaria italiana, che si propaga per un guasto dal Nodo di Milano e provoca ritardi di ore e ore, variazioni o limitazioni di percorso e cancellazioni da Nord a Sud.
"Trenitalia suggerisce di evitare spostamenti. E intanto l'unico spostamento che interessa al ministro Salvini è il suo, al Ministero degli Interni. Il peggior ministro dei trasporti della storia che si preoccupa solo di come passare da una poltrona all'altra mentre l'Italia non riesce a muoversi per viaggiare, andare a lavorare o a studiare. Un disastro", attacca la segretaria del Pd Elly Schlein, danno il via alla serie di accuse nei confronti del ministro.
"È inaccettabile che un Ministro della Repubblica limiti l'esercizio di un diritto costituzionale", è la posizione del Pd espressa anche dai capigruppo in Parlamento Chiara Braga e Francesco Boccia. "Forse si è perso con lo sguardo per aria, alla ricerca dei satelliti di Musk da sponsorizzare. Dovrebbe invece avere lo sguardo ben saldo sulle nostre stazioni ferroviarie: oggi un'altra giornata nera di ritardi dei treni nell'indifferenza più totale. Mentre circa 15 miliardi vengono congelati fra annunci e propaganda sul progetto del Ponte sullo Stretto, vecchio e pieno di criticità, i trasporti per gli italiani sono un inferno quotidiano", scrive sui social il presidente M5S Giuseppe Conte.
Il leader di Iv Matteo Renzi è tra le vittime dei disagi: "I treni da Milano sono bloccati per un guasto e hanno più di un'ora di ritardo. Si vede che Salvini è rientrato a tempo pieno al ministero. Il nostro incontro di oggi, allora, inizia alle 12 e non alle 11", ironizza alludendo alla festa organizzata a Firenze per festeggiare i suoi 50 anni, e poi domandandosi: "A chi darà la colpa stavolta Salvini?". Per Angelo Bonelli, co-Portavoce di Europa verde e deputato Avs, osserva che "la Premier Meloni dovrebbe seriamente pensare di dimissionare Salvini, il peggior ministro dei trasporti di sempre", mentre il segretario di Più Europa Riccardo Magi parla di "un disastro, quello del leader leghista, che riguarda tutto il sistema di trasporto pubblico nazionale con treni puntualmente in ritardo, taxi introvabili, misure vessatorie verso gli Ncc: il fallimento di Salvini è sotto gli occhi di tutti gli italiani".
È la Lega a schierarsi a difesa del proprio leader. I senatori della commissione Trasporti replicano che "dopo decenni di investimenti bloccati e 'no', Salvini sta rimettendo in modo l'Italia", perché "c'è chi fa, e quindi deve risolvere problemi gravi ed ereditati, e chi critica dopo aver fallito o essere stato immobile". Quindi intervengono i deputati: il ministro "dal primo giorno è al lavoro per sbloccare un paese rimasto impantanato, intervenendo come mai successo prima d'ora anche sulla rete ferroviaria per renderla moderna ed efficiente. E questo è un dato di fatto tanto quanto lo è l'immobilismo di chi oggi si sveglia solo per criticare chi invece fa", dichiarano. Tra gli altri alleati di centrodestra il solo Lupi segnala che "le polemiche strumentali non servono a risolvere i problemi, che sono evidenti e che impongono, oltre ad una riflessione, interventi urgenti che il ministro - siamo convinti - sta già facendo".
Infine, una risposta arriva anche da fonti del Mit, che sottolineano "decenni di disinteresse, mancati investimenti, 'no' ideologici: così, oggi, ci ritroviamo in un'Italia con una grave carenza di infrastrutture che spiega i fatti delle ultime ore. Da due anni a questa parte, con Matteo Salvini al Mit, sono stati moltiplicati gli sforzi per invertire la tendenza, soprattutto sulla rete ferroviaria, nonostante burocrazia e scioperi a raffica proclamati dai sindacati di sinistra", viene spiegato, e infatti "rispetto al 2023, l'anno appena trascorso ha fatto segnare un incremento di treni in circolazione e passeggeri (+2%): parliamo di ben mezzo miliardo di cittadini a bordo di Frecce, Intercity e Regionali. Il tutto su linee iper-utilizzate (9mila treni al giorno solo su rete Rfi) e che spesso hanno accusato e accusano problemi di 'vecchiaia'".