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JOHN ELKANN FIAT
«Ci siamo preparati con attenzione perché l'Italia è centrale per noi. Siamo orgogliosi della nostra lunga storia, quella della Fiat, oggi Stellantis». È uno dei passaggi salienti dell'audizione del presidente di Stellantis John Elkann davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, dove lo scorso ottobre aveva parlato l'ex-Ad Carlos Tavares e inizialmente si era rifiutato di andare lo stesso Elkann, innescando una vivace polemica politica.
«Dallo scorso dicembre», ha ricordato, «dopo le dimissioni di Carlos Tavares, ho assunto la gestione operativa del gruppo. La successione è in corso e il nuovo CEO sarà annunciato entro metà anno», ha aggiunto. «Nel 2004 si parlava di fallimento, abbiamo salvato l'azienda, perdevamo due miliardi l’anno ed eravamo fuori dalla top ten mondiale. La mia famiglia si è assunta la responsabilità di difenderla, investendo per il rilancio».
Elkann ha poi sottolineato il ruolo di Stellantis nel mantenere la produzione in Italia: «Senza Stellantis, l’auto italiana sarebbe scomparsa, come è successo con Olivetti nell’informatica e Montedison nella chimica. Negli ultimi vent’anni il mercato è calato del 30% e l’occupazione del 20%, ma abbiamo difeso i posti di lavoro grazie all’export».
Di segno diverso le reazioni della politica. «Attendiamo che i piani illustrati si traducano in realtà», ha commentato Luca De Carlo (FdI), mentre la Lega ha definito l’intervento «una vergognosa presa in giro» e chiesto la restituzione degli aiuti ricevuti dallo Stato. Carlo Calenda (Azione) ha parlato di «assenza di responsabilità», mentre Chiara Appendino (M5S) ha accusato Stellantis di produrre «più cassaintegrati che auto». La segretaria del Pd Elly Schlein ha espresso preoccupazione per possibili disinvestimenti.
«Stiamo rispettando gli impegni», ha ribadito il presidente: «Nel 2024 investiremo 2 miliardi di euro e spenderemo 6 miliardi per acquisti da fornitori italiani. Dal 2021 abbiamo acquistato servizi e componenti per 24 miliardi, che diventeranno 30 entro il 2025». Elkann ha poi garantito che gli stabilimenti italiani saranno dotati delle piattaforme multi-energia del gruppo per produrre una gamma ampia di modelli, con Melfi e Cassino già operative su nuove piattaforme. «Questi investimenti assicureranno flessibilità e competitività per soddisfare la domanda di mercato», ha concluso.