E alla fine Giorgia Meloni ha scelto: tra l’Unione europea e Donald Trump, sta con Trump. E poco importa se la politica internazionale è un po’ complicata di così, ma quantomeno l’intervista della presidente del Consiglio al Financial Times ha permesso alle opposizioni, e in particolare a Pd, Avs e centristi, di attaccarla proprio sul suo posizionamento in politica estera. Mettendo di mezzo anche la guerra tra i suoi vice, il leader della Lega Matteo Salvini e quello di Fi Antonio Tajani . Ma andiamo con ordine.

«Giorgia Meloni ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano. Anzi, quello di Trump e Musk - ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein commentando l’intervista dell’inquilina di palazzo Chigi al FT - Oggi è più chiaro che mai, ha scelto di indossare il cappellino Maga, ammainando di fatto da palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea». E questo, secondo la leader del Nazareno, «è un problema enorme invece per l’interesse nazionale italiano se la presidente del consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio».

Secondo Schlein «è agli italiani che Giorgia Meloni dovrà spiegare perché ha scelto Trump come “primo alleato”, quando il prossimo 2 aprile entreranno in vigore i dazi Usa del 25% sulle nostre merci, sulle nostre eccellenze, che pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie italiane. Per poi concludere con un’invettiva. «Il governo Meloni si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione Europea, in uno strumento degli oligarchi americani utilizzato nel nostro continente per fare i loro interessi - attacca la segretaria - Un fatto grave e imbarazzante per l’Italia, Paese membro fondatore dell’Unione: questa deriva va fermata, è il momento di difendere i nostri interessi e il nostro orgoglio di italiani e di europei».

L’invettiva contro Meloni riesce per una volta a mettere d’accordo tutto il partito, con la minoranza riformista che cavalca l’onda e attacca in maniera altrettanto veemente. «Le parole del presidente Trump, riportate da un’inchiesta giornalistica, in cui definisce gli europei “parassiti” sono di una gravità inaudita - spiega Lia Quartapelle, deputata di certo non vicina a Schlein - Ancora più grave, però, è stato prima il silenzio del governo italiano e poi la presa di posizione di Giorgia Meloni che, invece di difendere l’Italia e l’Europa, ha scelto di schierarsi con l’amministrazione Usa attribuendo colpe alla classe dirigente europea: dove è finito il patriottismo della presidente Meloni?» .

Ma a far discutere è anche il viaggio che starebbe organizzando negli Stati Uniti Matteo Salvini, dopo la telefonata dello scorso fine settimana con il vicepresidente americano JD Vance che tanto aveva fatto irritare il suo omologo forzista Antonio Tajani, con tanto di chiarimento imposto da Meloni a palazzo Chigi. E dalle opposizioni c'è chi parla di «commissariamento» da parte di Salvini alla presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri.

Salvini «commissariaTajani e annuncia, come da intesa con il vicepresidente Jd Vance, che sta preparando una missione negli Stati Uniti con le imprese italiane, peccato che la competenza sul commercio estero sia di Tajani - scrive in una nota il co-portavoce di Europa verde e deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli - Il chiarimento tra i tre, Meloni-Tajani-Salvini, si è rotto dopo 48 ore: Salvini scommette sull’esenzione dai dazi per l’Italia da parte di Trump e su questo vuole arrivare prima della Meloni per commissariare Tajani. Ma da un ministro che dice che i dazi americani sono un’opportunità per l’Italia, cosa possiamo aspettarci se non sventure per il nostro paese? Hanno venduto la dignità del popolo italiano e quindi europeo a chi ci ha definiti parassiti. È un governo in cui ognuno va per conto proprio».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, per il quale «Salvini annuncia che l’Italia esce dall’Europa schierandosi con gli Usa di Trump e, contemporaneamente, caccia Meloni da Palazzo Chigi e Tajani dalla Farnesina autoproclamandosi rappresentante unico del governo italiano nei rapporti con l’amministrazione americana, tanto da pianificare una visita di Stato negli Usa». In pratica, aggiunge Magi, «una Italexit e una Melonexit in un solo Tweet». Per poi concludere che «ovviamente, tra chi soffia sui venti di guerra, non cita Putin che continua a bombardare» e chiedere a Meloni, che giovedì è stata al vertice dei volenterosi, se «è contenta di essere stata commissariata dal suo vice».