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Salvini Viminale
«Penso che Draghi debba andare avanti a fare quello che sta facendo, non può abbandonare a lavori in corso». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un appuntamento elettorale a Roma, al mercato di Porta Portese, a sostegno di Simonetta Matone, candidata alle elezioni suppletive del 16 gennaio, stoppa di fatto la corsa del premier al Quirinale. Troppe cose da portare a termine, è il ragionamento del leader del Carroccio, per immaginare un trasloco. Dunque, secondo Salvini, bisogna prendere esempio proprio dal suo partito. «Noi stiamo al Governo finché non finisce l’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Sarà un 2022 molto pesante, i tassi di interesse e le rese sui titoli di Stato sono tornati ai livelli di due anni fa. Quindi, lo spread, gli interessi, il costo della luce e del gas, l’inflazione stanno crescendo. Non è il momento di fare i giochini politici, quindi lascio ad altri i giochini politici», insiste l'ex ministro dell'Interno. Che però si tira fuori dal gioco dei nomi per il Colle, su cui concede una sola certezza: il prossimo Presidente sarà di centrodestra. «Non partecipo al totonomi, che lascio agli altri. Quello per cui lavoro è un’elezione veloce di un esponente del centrodestra dopo trent’anni. Penso che l’alternanza anche al Quirinale faccia bene. Sto lavorando riservatamente e dal 24 in poi ne vedremo gli esiti per una scelta rapida, condivisa e di centrodestra», spiega, nel giorno in cui Silvio Berlusconi riceve l'endorsement del Ppe per il Quirinale. Infine Salvini parla delle suppletive romane con cui il 16 gennaio verrà eletto il sostituto di Roberto Gualtieri, nel frattempo diventato sindaco. «Noi abbiamo scelto il meglio come centrodestra, Simonetta Matone la conoscono tutti», dice il leader della Lega. «Il centrosinistra ha fatto una scelta di basso profilo, con tutto il rispetto, l’importante è che i cittadini romani di questa zona sappiano che possono fare una bella scelta per Roma. A differenza della sinistra che prende questo collegio di Roma come casa sua e cosa sua cambiando parlamentari una volta al mese, c’è la possibilità di mandare in Parlamento una persona che vive e lavora in questa zona e la conosce. Si vota domenica prossima, non lo sa nessuno, sono qui per ricordare a 200mila cittadini romani che possono fare una scelta importante»