Dal Veneto al Piemonte, da Luca Zaia ad Alberto Cirio. La legge sull’Autonomia, approvata poche settimane fa in via definita, ha dato il la alle richieste da parte di alcune Regioni di maggiori competenze rispetto a quelle spettanti allo Stato. Dopo la lettere del presidente veneto al governo, ieri è stata la volta dell’assessore regionale Enrico Bussalino, che si è confrontato, insieme al presidente Alberto Cirio, proprio con la Regione Veneto, per concordare i prossimi passi nell’ambito dell’autonomia differenziata. Già in passato Veneto e Piemonte si erano mosse insieme, a quanto risulta già venerdì, in occasione della prima riunione di giunta, Bussalino sottoporrà a presidente e assessori la bozza della lettera da trasmettere al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli. «Il Piemonte - ha spiegato Bussalino chiederà al Governo il trasferimento delle competenze sulle 9 materie che non prevedono la determinazione dei Lep ( Livelli essenziali delle prestazioni, ndr) in modo da passare il prima possibile alla definizione dell’accordo e alla fase operativa».

Passo già compiuto da Zaia, per ora senza risposta da Roma. Le 9 materie che potranno essere trasferite alle Regioni senza bisogno di attendere la determinazione dei Lep sono i rapporti internazionali e con l’Unione europea della Regione, commercio con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale e organizzazione della giustizia di pace.

La conseguenza di tutto ciò è che le opposizioni sono sul piede di guerra, e chiedono al governo di riferire in Aula proprio sulla richiesta avanzata dal Veneto e da quella piemontese, che seguirà a giorni. «La richiesta che le facciamo signora presidente è che il ministro Giorgetti venga in Aula ha detto il capogruppo dem Francesco Boccia Chiediamo a Giorgetti di dirci se intende dare un parere positivo alle richieste di Zaia e soprattutto ci aspettiamo una presa di posizione del presidente Meloni».

Si unisce alla richiesta il M5S. «Nell’associarmi alla richiesta che formalizzeremo, come opposizioni, nelle prossime ore di sentire il ministro Giorgetti rispetto alle richieste di Zaia - interviene il capogruppo pentastellato Stefano Patuanelli - e quindi nel ribadire la pericolosità della parziale attuazione della legge sull’autonomia differenziata, non posso non segnalare che siamo in una situazione politica che ha bisogno di chiarimenti: al posto di Giorgetti forse andrebbe interrogato Musumeci per capire se tra Giorgetti e Musumeci c'è un coordinamento». Secondo Patuanelli «è chiaro infatti che c'è una maggioranza che sta litigando su tutto ma non si può andare così avanti».

Il riferimento è alle parole del ministro Musumeci che ha definito «assolutamente precoce» la richiesta di Zaia, proprio mentre usciva la notizia che le regioni di centrosinistra si vedranno già domani per discutere del testo referendario per l’abrogazione della legge. «Ma quanta carne al fuoco che l’opposizione mette in Aula - la risposta del capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo - Partiamo dall’autonomia, o non hanno studiato la legge o sono in malafede. Era scritto nella relazione che la concessione di maggiore autonomia alle regioni a statuto ordinario è subordinato al calcolo dei lep, anzi alla loro ridefinizione, per le materie che li richiedono. Tanto è vero che nella relazione che ho letto c'era un elenco di 9 materie in cui era specificato che per quelle materie .... non c'era bisogno di calcolare e ridefinire i lep».

Per poi spiegare che «la verità è che mi sembra di capire da questi movimenti che per la sinistra l’autonomia è buona quando sono al governo ed è cattiva quando sono alla opposizione» e concludere: noi avremo i nostri problemini di sensibilità diverse all'interno della maggioranza, ma voi di opposizione siete ridicoli». Lega che poi ha criticato la scelta della segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha annunciato il deposito di alcune mozioni per la richiesta di un referendum abrogativo. «Il PD contro il progresso, l’efficienza, la trasparenza e il taglio degli sprechi che l’Autonomia porterà. Non ci stupisce», il commento di via Bellerio.