Il governo punta ad aumentare la spesa per la difesa senza chiedere alla Commissione europea l'attivazione della clausola nazionale di salvaguardia. Lo spiega il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, a margine dell'Ecofin informale a Varsavia. «L'obiettivo del ministro Giorgetti è di raggiungere l'obiettivo senza attivare la clausola nazionale» di salvaguardia, «per la difesa», risponde.

L'attivazione della clausola nazionale di salvaguardia, introdotta alla fine del 2023 e diversa dalla clausola generale di salvaguardia che sospende in toto il patto di stabilità, consente margini aggiuntivi di spesa pubblica nella difesa, senza incorrere nella procedura per deficit eccessivo, cui peraltro l'Italia, come la Francia, è già sottoposta.

Per prendere decisioni su come finanziare l'aumento delle spese per la difesa nell'Ue, sarebbe opportuno aspettare l'esito del vertice della Nato che si terrà a fine giugno all'Aja, in Olanda, sottolinea Giorgetti.

Quella di istituire un Meccanismo Europeo di Difesa, modellato sul Mes, dice intitolare di via XX settembre, «è solo una delle proposte sul tavolo. Ce ne sono tante: c'è anche la proposta italiana, sono aspetti di carattere tecnico».

Naturalmente, osserva, «prima bisogna prendere una decisione politica. Soprattutto, a mio giudizio, bisogna anche aspettare gli esiti del vertice Nato di giugno perché ricordo che è importante rafforzare la difesa europea, ma sempre nell'ambito dell'Alleanza atlantica».

La discussione oggi a Varsavia tra i ministri delle Finanze dell'Ue «si concentrerà su quella che penso sia la questione più urgente in questo momento in Europa: la sicurezza e il finanziamento della difesa». Lo spiega il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, a Varsavia a margine dell'Ecofin informale, i cui lavori stamani sono dedicati interamente alla questione del finanziamento della difesa. La riunione si tiene nel Museo dell'Esercito Polacco, nella zona nord della capitale, che raccoglie cimeli e “militaria” della storia nazionale, dal X secolo fino ad oggi.

La Polonia, conferma Domanski, accoglie «con favore la proposta della Commissione Europea sul riarmo, con prestiti fino a 150 miliardi di euro e una maggiore flessibilità nelle regole di bilancio dell'Ue. Oggi con i colleghi discuteremo di questa proposta e delle ulteriori misure che potrebbero essere adottate per migliorare la sicurezza dell'Europa. La presidenza polacca ha commissionato una relazione speciale, preparata dal noto think tank di Bruxelles Bruegel. In questa relazione sono presenti ulteriori raccomandazioni che discuteremo oggi con i ministri».

Per Domanski, «è giunto il momento che l'Europa adotti misure per migliorare la propria sicurezza e per assumersi maggiori responsabilità per la sicurezza in Europa. Il motto della presidenza polacca è “sicurezza Europa"» Per la presidenza, «è un po' prematuro esprimere un giudizio» sulle proposte di Bruegel, dato che «agiamo come mediatori onesti. Sono davvero curioso di sentire l'opinione dei miei colleghi sulle proposte presentate in questa relazione».

Oggi, prosegue Domanski, «ci concentreremo sulla proposta della Commissione Europea», poiché «si tratta di un passo molto importante nella giusta direzione. Questi 150 miliardi di euro di prestiti possono fare la differenza nel finanziamento delle esigenze di difesa in Europa. Dobbiamo costruire un'industria europea della difesa forte. Spero che, grazie a questa proposta della Commissione, renderemo l'Europa più sicura».

Gli Stati membri hanno sensibilità e posizioni diverse: «Non è un segreto - spiega Domanski - che alcuni Paesi siano più disposti a partecipare ad alcuni strumenti, rispetto ad altri. Il nostro compito è trovare un buon compromesso. La Polonia è un Paese disposto ad adottare tutte le misure necessarie per migliorare la nostra sicurezza. Non è un caso che spendiamo il 4,7% del nostro Pil per la difesa, la cifra più alta di tutta la Nato. Siamo davvero lieti che anche altri Stati membri abbiano deciso di aumentare la loro spesa per la difesa». La Polonia, conclude, «è interessata a tutte le soluzioni che potrebbero migliorare la sicurezza europea».