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«Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il MoVimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di Governo». Non cita mai Alessandro Di Battista, ma è evidente che è rivolto soprattutto a lui il messaggio scritto su Facebook dal capo politico Luigi Di Maio. L'occasione è l'annuncio di abbandono da parte della senatrice "fichiana" Paola Nugnes, ma chi, se non il grillino scapigliato, negli ultimi giorni ha messo nel mirino la leadership del M5S con «dichiarazioni, eventi, libri»? «Tra l’altro destabilizzare il governo in questo momento in cui il Presidente del Consiglio sta portando avanti una trattativa difficilissima con l’Unione Europea è da incoscienti, e questo lo dico sia al MoVimento che alla Lega», spiega il ministro dell'Interno, richiamando evidentemente all'ordine chi nelle ultime ore non ha fatto altro che mettere zizzania tra alleati di maggioranza e insultato i ministri penta stellati con appellativi ritenuti inaccettabili, come «burocrati». «Non permetterò che né io né il MoVimento veniamo indeboliti da queste dinamiche. Ci mancherebbe altro. Ma è bene che tutti sappiano. Dobbiamo essere una testuggine, non un campo estivo!», è il rimprovero che il vice premier muove all'amico di un tempo. «Stiamo Governando la Nazione Italia, non stiamo giocando a risiko», prosegue Di Maio, evidentemente irridendo l'atteggiamento infantile di qualcuno «Si rimettano i carriarmatini nella scatola e ognuno porti avanti il ruolo che è chiamato ad assolvere nella società: ministro, parlamentare, attivista, cittadino. Un ruolo non è migliore dell’altro, per quanto mi riguarda. Ma tutti devono essere rispettati e ognuno stia al proprio posto», chiosa il capo M5S. Ora ognuno dei due leader potrà giurare di non avere alcun problema con l'altro. Ma le parole di Di Maio, questa volta, lasciano ben poco spazio all'immaginazione.