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«Ha visto? Con la mia cravatta texana, quella alla Clint Eastwood, un laccio con un fermaglio, adottata da me in parlamento perché non ti soffoca, sono stato un precursore del cambio di look. Oggi vedo, ad esempio, che quasi tutti i conduttori televisivi e non solo loro la cravatta neppure la portano più. Chiaro che io al look di Luigi Di Maio preferisca quello di Matteo Salvini».
Come non ricordarsi dell'abbigliamento un po' dirompente, anche per certe cinture alla cowboy, di Francesco Speroni? È uno dei pochi cofondatori rimasti della Lega Nord di Umberto Bossi, che ha federato tutte le leghe. Speroni nel 1994 era il ministro delle Riforme e della Devoluzione del primo governo Berlusconi. È stato anche capo della Lega lombarda, la prima creatura del Senatùr, e presidente del cosiddetto ' Parlamento del Nord'. Poi, una lunga carriera nel parlamento italiano ed europeo. Ora Speroni è segretario della Lega ( che si chiama solo così, senza più Nord) nella sua Busto Arsizio ( Varese).
Allora, onorevole Speroni sulla Tav, a quanto pare, la 'quadra' per ora l'avete trovata. Ma il problema vi si riproporrà presto.
Si, la 'quadra' è stata trovata grazie al nostro Giancarlo Giorgetti con Armando Siri. C'è questa ' dissolvenza'... Il Tav deve essere fatto. Ma se poi non si riuscisse a trovare un accordo, io sarei per un referendum, come fecero in Svizzera su un'opera analoga. I grillini poi sono referendari, non perché la Lega non lo sia, ma loro sono addirittura anche per il referendum propositivo.
Ci vorrebbe comunque una nuova legge del parlamento.
Certo, ma indipendentemente dalle leggi e dai trattati internazionali, se alla fine non si dovesse trovare un accordo, la soluzione migliore è chiamare i cittadini di tutt'Italia a pronunciarsi, perché l'opera sarà a carico di tutti i contribuenti.
Il governo andrà avanti o la crisi è solo rinviata? E la Lega tornerà con il centrodestra anche a livello nazionale?
Il governo, per me, andrà avanti. Sono stato proprio con Giorgetti ( il Richelieu ' padano' sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ndr) sabato scorso a un dibattito, certe perplessità restano su alcune posizioni grilline, però non si può neppure pensare che la Lega sia rimasta con le stesse idee di quando entrai io, nel 1986.
Giorgetti ha detto a Francesco Verderami su 'Il Corriere della sera' che i Cinque Stelle gli ricordano come eravate voi allora. Però, scusi, voi, comunque uno la pensi, esprimevate una forte visione che poneva la questione del Nord.
Ma non tutto quello che andava bene nel 1994 può funzionare nel 2019.
Cosa pensa dell'invito fatto a Salvini dallo 'Sceriffo' di Treviso, Giancarlo Gentilini, figura simbolo della Liga veneta, a tornare nel centrodestra?
Sono di un'altra opinione. Il centrodestra resta come alleanza a livello locale. Ma con i Cinque Stelle nel governo nazionale la Lega ha più margine di manovra.
Ma il vostro elettorato di riferimento al Nord non è in sofferenza per certe posizioni dei vostri alleati su crescita e sviluppo? Ci sono brutti dati per l'economia. Così non si rischia grosso?
Intanto, è tutto da verificarsi. Abbiamo approvato la Finanziaria e gli effetti si dispiegheranno quanto meno dopo la metà dell'anno.
E il reddito di cittadinanza?
Io personalmente ho qualche perplessità, ma anche questo reddito di cittadinanza a qualcosa può servire. Ho visto anche dalle mie parti qualcuno che mangia alla Caritas. Anche se questa misura non aiuta a creare posti di lavoro. E però sull'immigrazione...
Prego.
Sull'immigrazione i Cinque Stelle ci hanno lasciato bloccare i porti, cosa che Berlusconi non ci ha fatto fare. E questo non perché Roberto Maroni fosse meno capace di Salvini.
Non c'era però ancora stata la guerra alla Libia e furono fatti accordi.
Certo, ma gli immigrati clandestini sono sempre di fatto arrivati. E comunque con i grillini l'accordo è: noi facciamo le nostre cose e voi le vostre. Con Berlusconi invece non era così. Di Maio è un pari grado di Salvini mentre Berlusconi era il capo del governo.
Vi ci ha portato infatti lui. Certamente il Cav ha anche una mentalità da grande imprenditore che conosce l'arte del comando. Forse è anche questo il problema per voi?
Sì, lui è uno che comanda. E, invece, il rapporto con Di Maio è paritetico. È molto più facile andar d'accordo con loro che con Berlusconi. Perché l'atteggiamento conta. E poi qui non ci sono intorno rompiscatole come Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.
E sull'autonomia, la vostra grande ragione sociale, con i grillini come la metterete?
L'autonomia deve andare avanti, anche perché sta nel contratto. Su questo non si discute.