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«Posso dire di aver portato a termine il mio compito. Ma non mollerò il Movimento, è la mia famiglia». Luigi Di Maio lascia l’incarico di capo politico del Movimento cinque stelle. Dal Tempio di Adriano a Roma, dove oggi vengono presentati i nuovi facilitatori regionali del MoVimento 5 Stelle, il ministro degli Esteri, accolto dagli applausi in una sala stracolma, annuncia il suo futuro all'interno del M5S. Un incontro aperto dal deputato Emilio Carelli, che prima di lasciare la parola a Di Maio lo ha ringraziato, raccogliendo il lungo applauso della platea. Quello dell'ormai ex leader politico, ha assicurato, «è un gesto che permette al M5S di fare un passo avanti, di preparare gli stati generali con maggiore impegno. Per il governo non cambierà nulla, sarà uno stimolo ulteriore per portare avanti il cronoprogramma e rilanciare l’azione di governo», ha aggiunto il deputato. «Per stare al governo serve essere presenti sul territorio in maniera organizzata: ci ho lavorato un anno e ho portato a termine il mio compito. Ora inizia il percorso verso gli Stati generali», ha esordito Di Maio. Per il M5s, ha aggiunto, è arrivato il momento di rifondarsi. «Oggi si chiude un'era. Ed è per l'importanza di questo momento che ho iniziato a scrivere questo documento un mese fa e adesso posso finalmente pronunciarlo. Ho lavorato per far crescere il Movimento e proteggerlo dagli approfittatori e dalle trappole lungo il percorso, anche prendendo scelte dure e a volte incomprensibili. La storia ci dice che alcuni la nostra fiducia l'hanno tradita ma per uno che ci ha tradito almeno dieci quella fiducia l'hanno ripagata». Ma l'esperienza del Movimento non è finita, ha assicurato Di Maio. «Tutto quello che facciamo si basa sulla fiducia, ci fidiamo delle persone. La storia ci dice che alcuni ci hanno tradito, ma per uno che ci ha tradito almeno dieci ci hanno confermato la loro fiducia, e hanno firmato leggi che hanno cambiato la vita degli italiani. Qualsiasi cosa accadrà mi fido di voi e di chi verrà dopo di me». Il M5s è un progetto visionario che non era mai stato realizzato prima e «che non ha eguali nel mondo: siamo arrivati al governo, abbiamo indicato un ottimo presidente del Consiglio e due bravissime squadre di ministri e sottosegretari. Nessuno ancora oggi sarebbe pronto a scommettere sul nostro futuro, siamo stati l'incubo degli analisti ma non è finita, è appena cominciata. Il progetto di crescita per i prossimi decenni continua». [embed]https://www.facebook.com/movimentocinquestelle/videos/193699048480036/[/embed] «Ho fatto di tutto» per far crescere «questo movimento e proteggerlo dagli approfittatori», ha aggiunto. «Essere ricordati per aver fatto qualcosa di buono, non ci sono altri privilegi», ha detto dell’azione del Movimento. E poi l'attacco: «Abbiamo tanti nemici. Quando si vuole cambiare lo status quo c’è chi vuole farti la guerra ma i peggiori nemici sono quelli interni, non quelli esterni. Le persone peggiori sono quelle che non lavorano per il gruppo ma per loro visibilità e che vogliono solo distruggere. Ma nonostante tutto continuo a fidarmi in tutti voi» . Alcuni obiettivi purtroppo «non abbiamo potuto raggiungerli ma abbiamo sempre lottato. Sono consapevole che parte del Movimento è rimasta delusa e si è allontanata». Di Maio ha parlato di «tradimenti», riferendosi all'esperienza di governo precedente, conclusasi con le dimissioni di Matteo Salvini e il rimpasto. Ma anche a quelli interni, da parte di chi, «dalle retrovie ha pugnalato alle spalle».«È successo tante volte nella storia di passare momenti difficili. Sappiamo bene che il Movimento è nato in opposizione al potere costituito», ha detto ancora, «abbiamo abbracciato tante battaglie "contro", tutte giuste, governando ci siamo resi conto che alcune battaglie anche se faticose erano realizzabili», ha aggiunto. Ogni volta che «combatti» contro i privilegi acquisiti «riescono a metterti in difficoltà, ma tu stai lì, resisti e porti a casa il risultato» ha aggiunto, ricordando i provvedimenti portati avanti da M5s. Di Maio ha rivendicato i risultati ottenuti nel periodo da capo politico: l'arrivo al governo e le 40 leggi approvate in due anni. «Dalle leggi che abbiamo approvato non si può tornare indietro. Se proveranno a cancellare la legge anticorruzione, prescrizione o reddito di cittadinanza ci saranno migliaia di persone in piazza per impedirlo. E io sarò con loro». La decisione è stata anticipata questa mattina a Palazzo Chigi durante un vertice con i ministri e viceministri del M5s, convocato dallo stesso ministro degli Esteri. Una decisione che arriva dopo mesi di crisi e defezioni all’interno dei gruppi parlamentari. Le ultime sono quelle di ieri dei deputati Michele Nitti e Nadia Aprile, passati al gruppo Misto. Le dimissioni sono arrivate a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, dove il M5s correrà da solo, dopo la decisione presa dagli iscritti alla piattaforma Rousseau. A prendere il posto di capo politico ad interim dovrebbe essere il senatore Vito Crimi, in quanto membro più anziano del comitato di garanzia. Incarico che dovrebbe mantenere fino a marzo, quando si terranno gli Stati generali del Movimento, da dove usciranno significative modifiche al regolamento per assicurare maggiore collegialità nella governance. «Mi sembra di essere tornato a 7 anni fa», ha affermato Crimi, arrivando al Tempio di Adriano. «È un momento significativo, importante, di rilancio per il M5S», ha aggiunto prima di allontanarsi dalla ressa di cronisti. Nelle prime file, tra numerosi parlamentari del Movimento presenti, ci sono il ministro Federico D'incà, il capo gruppo senato Gianluca Perilli , i facilitatori nazionali Paola Tavena, Enrica Sabatini, Emilio Carelli e Barbara Floridia e il senatore Emanuele Dessì.