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«Porterò avanti questo compito con disciplina e onore». Luigi Di Maio è ufficialmente il candidato premier e nuovo capo politico del Movimento 5 Stelle. Come da copione, il vice presidente della Camera ha sbaragliato la concorrenza, aggiudicandosi 30.936 voti su un totale di 37.442 preferenze. Ma è stato un prlebiscito a metà, vista la bassissima "affluenza" alle urne: gli aventi diritto al clic, infatti, sono circa 145 mila. Luigi Di Maio si prende così il Movimento nato Rete mentre Roberto Fico, espressione dell'anima artodossa del partito, guarda defilato ciò che accade sul palco. Come cambierà da domani il M5S è difficile prevedere, anche perché più di una volta il leader genovese, in passato, ha annunciato passi indietro o di lato per tornare poi al timone della sua creatura con piglio più deciso. «Da domani il capo politico del M5S non avrà più il mio indirizzo, tutte le denunce arriveranno a te», scherza dal palco il comico, prima di tranquillizzare la base: «Io sarò sempre con voi. Non so dove stiamo andando però forse possiamo saperlo... Io ci sono perché non ne posso uscire, ce l'ho dentro come il Dna». Di Maio può parlare finalmente da leader legittimato. «Sono ben cosciente del mio compito, sono stato eletto non per cambiare il M5s, ma per cambiare l'Italia e il Paese e aiutarlo a risorgere», dice. «Da martedì faremo di tutto per combattere il Rosatellum bis, la nuova proposta di legge elettorale, un progetto antidemocratico, scritto solo per combattere il M5s. Non siamo entrati nelle istituzioni per impadronircene, ma per consegnare a voi le chiavi». Poi, il vice presidente della Camera ribadisce alcuni concetti cardine del Movimento: «Noi non siamo nè di destra nè di sinistra, portiamo avanti le buone idee».