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Non è la firma di un accordo di governo, ma l’intervista rilasciata da Alessandro Di Battista al settimanale tedesco Die Welt lascia trapelare diversi punti di una intesa possibile con la Lega, almeno su due questione centrali: i migranti e l’euro. «Chi è privo di diritto d’asilo ha detto il leader grillino in questo momento storico deve essere espulso. Il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra, alla sinistra o alla xenofobia». E poi un affondo sulla moneta unica: «Euro e Europa non sono la stessa cosa. Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta».
Mentre siamo nel pieno della crisi e ancora non si capisce quale sia lo sbocco - subito al voto, Renzi bis o governo istituzionale - il Movimento cinque stelle punta ad andare alle urne e a fare il pieno di preferenze. « Non serve un governo per fare una legge elettorale - ha detto ieri Luigi Di Maio - Renzi si è dimesso: resta in carica per gli affari correnti, il Parlamento mette in calendario la legge elettorale, si fa, si aspetta la sentenza della Consulta e si va a votare » . Ma se la legge resta l’Italicum, anche se corretta dalla Corte Costituzionale, è possibile che da soli non possano governare. Da qui la ricerca di un possibile accordo con chi sulle questioni principali la pensa allo stesso modo. Poco importa che, secondo la Costituzione italiana, il referendum sull’euro, in stile Brexit, non si possa fare. Il punto è politico: creare una campo di forze che si oppongano fortemente all’Europa e alla sua moneta. Qualche giorno fa è arrivata l’apertura di Grillo, che ha fatto intendere la possibilità di trovare un’intesa con Lega e Forza Italia pur di poter governare.
Ma è soprattutto con la Lega che il Movimento cinque stelle potrebbe scendere a patti. Le due forze politiche, che nascono entrambe spinte dall’antipolitica, hanno la stessa base sociale: quella piccola e media impren- ditoria che in questi anni si è fortemente impoverita e arrabbiata e che negli anni ha cercato nuova rappresentanza. Di Battista, alla domanda del Die Welt ( « quali interessi degli italiani sente di rappresentare? » ) lo dice in maniera netta: « Noi diamo precedenza alle piccole e medie imprese. Intervenendo in questo ambito la ripresa è assicurata » . Finora Lega e grillini si sono contesi il campo. Ma in vista di un futuro governo e dopo la vittoria comune al referendum potrebbero pensare di costruire un rapporto più saldo.
A tenerli distinti era stato soprattutto il tema dell’immigrazione: il M5S in tutti questi anni ha sempre evitato di prendere una posizione definita, sapendo di dover rispondere a un elettorato sia di destra che di sinistra. Ma oggi, davanti a un Paese che vive i migranti come un pericolo a prescindere dall’appartenenza politica, Di Battista ha deciso di uscire allo scoperto, rompendo l’ultimo tabù e parlando in maniera esplicita di espulsioni. Grillo e Salvini potrebbero non raggiungere un’intesa, ma resta il fatto che hanno un programma elettorale molto simile. Se il centrodestra non si ricompatta attorno a Berlusconi, la Lega avrebbe tutto l’interesse a cercare nuove alleanze con chi la pensa allo stesso modo. Il Movimento cinque stelle forte del successo referendario - il 90 per cento dei suoi elettori ha votato No come indicato dai leader pentastellati - chiede di andare subito alle urne sapendo di poter vincere. Ma poi per governare potrebbe venire meno la convinzione che non avrebbe mai fatto accordi con nessuno. Anche su questo fronte la partita è tutta aperta.