«C’era un po’ di curiosità circa tutto questo dibattito che riguarda il tema dei Paesi sicuri perché poi chiaramente quello che accade in Italia coinvolge anche gli altri. Quindi c'era un po' di preoccupazione su questo tema: secondo alcuni, i Governi non sono nella condizione di poter definire cosa sia un Paese sicuro». Lo ha dichiarato ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo al vertice informale dell’Ue.

Il tema delle politiche migratorie resta dunque importante nel dibattito politico, non solo italiano. Tanto è vero che, proprio per dare una risposta alle sentenze sui migranti trasferiti in Albania, la Lega al Senato ha chiesto durante l’ufficio di presidenza della commissione Politiche Ue di aprire un’indagine conoscitiva relativa al principio di primazia del diritto dell’Ue rispetto al diritto nazionale.

L’iniziativa arriva dopo che nella Commissione Affari costituzionali della Camera sono stati dichiarati inammissibili per estraneità di materia due emendamenti sullo stesso tema presentati dal Carroccio al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Per questo il senatore leghista Claudio Borghi ha chiesto di “indagare” sul rapporto tra normativa nazionale e normativa europea. La richiesta però non è stata accolta con lo stesso entusiasmo dalle altre due forze di maggioranza, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Infatti, dopo una mediazione messa in atto dal vice presidente della Commissione, il senatore azzurro Pierantonio Zanettin, si è deciso di optare per il più blando strumento del cosiddetto «affare assegnato». Insomma una vittoria di Pirro quella della Lega, anche perché, come già ci aveva anticipato l’onorevole di FI Tommaso Calderone nel commentare gli emendamenti al ddl su riforma ordinamento giudiziario, non c’è la volontà politica da parte di Fi di mettere in discussione i rapporti con la Ue.

Come conferma al Dubbio proprio Zanettin: «non è oggi nell’agenda del Governo né tantomeno di Forza Italia la revisione sia dei trattati europei sia della Costituzione, anche se un partito della maggioranza può inserirla nel suo programma e chiederne di discuterne». In merito all’affare assegnato, conclude il capogruppo di Fi in Commissione giustizia, «della questione discuteremo anche in riferimento alla giustizia, come ad esempio per quanto concerne l’intercettazione e la trascrizione delle comunicazioni telefoniche di terzi estranei alle indagini, come avvenuto nel caso Contrada».

L’idea di Borghi ovviamente non è stata accolta con favore dalle opposizioni. Filippo Sensi del Pd ha scritto su X: «In ufficio di presidenza Affari europei in Senato, la richiesta della Lega di indagine conoscitiva sulla gerarchia delle fonti (traduco: una vendetta contro la magistratura) è stata derubricata a semplice affare assegnato. Noi contrari a tale perdita di tempo, soldi, dignità».

«Dato che a Claudio Borghi non è riuscita l’operazione di far uscire l'Italia dall'euro, ora ha deciso di sperperare gli euro degli italiani chiedendo al Senato una delle indagini conoscitive più stupide che la Storia della Repubblica Italiana ricordi: scoprire se è vero che esiste il primato del diritto dell'Unione europea rispetto al diritto nazionale» ha detto il parlamentare di +Europa Riccardo Magi, che ha concluso: «Alla fine a Palazzo Madama hanno deciso di derubricare questa indagine ad “approfondimento”, eppure basterebbe comprare un manuale di diritto per svelare l’arcano. Il problema vero è che questa maggioranza sta facendo uno sconsiderato tentativo di rovesciare il diritto pur di continuare a deportare persone in Albania e spingendo sempre più il nostro Paese verso una democratura di stampo orbaniano».

E proprio il premier ungherese Viktor Orban ha fornito due giorni fa durante una conferenza stampa, con a fianco quell’Edi Rama co-protagonista del tanto contestato modello Albania sui rimpatri, un assist a Giorgia Meloni: «L’Ungheria è come l’Italia. Siamo in una trappola giudiziaria. Per fermare i migranti bisogna ribellarsi ai giudici». Intanto ieri gli otto migranti sono arrivati nel centro di Gjader. Ci saranno quindi altri provvedimenti della nostra magistratura e probabilmente nuovi scontri con la maggioranza ed il Governo se i trattenimenti non dovessero essere confermati.