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La botta è stata tale che ora «è il momento di trarre le conclusioni». Nunzia De Girolamo, fedelissima di Silvio Berlusconi ed ex parlamentare di Forza Italia è lapidaria: «La colpa è stata delle scelte di molti dei nostri dirigenti, ora serve rinnovamento di volti, idee e linguaggio».
A breve inizieranno le consultazioni per il governo, Forza Italia ha qualche carta da giocare? Dipende tutto da Silvio Berlusconi, se sarà lui l’unico protagonista e avrà buoni consiglieri sì. Del resto, si è visto con l’elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati al Senato.
Un nome che le piace? Un’ottima scelta, che è anche un bel segnale all’esterno. Casellati è una donna preparata, indipendente, soprattutto una donna che non odia le donne. Poi ha un forte legame con il partito e anche questo è un esempio importante per chi ci osserva e ci vota.
Diceva di Berlusconi, usando il condizionale. Io la penso in modo molto netto: se Berlusconi tornerà ad avere il ruolo centrale che aveva in passato e se il partito rinnoverà la sua classe dirigente, allora Forza Italia potrà avere un ruolo da protagonista. Se tutto, invece, rimarrà fermo come è stato negli ultimi tempi, prevedo un futuro molto fosco.
Teme l’opa di Salvini? In parte è purtroppo già avvenuta, per responsabilità di chi aveva ruoli di dirigenza in Forza Italia. Per anni, Silvio è stato Forza Italia e Forza Italia è stata Silvio, così molti nel partito si cullavano sui suoi voti. Come classe dirigente, abbiamo goduto di luce riflessa. Poi, però, è arrivato Matteo Salvini, che ha girato l’Italia e ha avuto anche molto spazio in tv, proponendo un profilo pragmatico e attivo e usando un linguaggio chiaro. Così ha riempito il vuoto lasciato da Berlusconi, nella fase in cui ha dovuto rimanere lontano dalla politica per difficoltà personali, giudiziarie e di salute. Ecco, proprio durante questo vuoto la classe dirigente di Forza Italia non è stata all’altezza.
Insomma il problema non è il leader, ma i suoi generali? Io credo che, a causa di questi errori, molti dei nostri voti siano già passati alla Lega. Ho paura che senza un segnale di coraggio, fatto di nuova organizzazione interna e di una classe dirigente che abbia la forza di mostrarsi tale, in molti scapperanno dove trovano ciò che cercano: capacità di leadership e chiarezza, che la Lega ha dimostrato in questa fase.
Quindi Fi non è più la forza trainante del centrodestra a causa dei suoi stessi errori? Non lo è più per colpa delle scelte di molti dei nostri dirigenti. Non è più il tempo di chiedere a Berlusconi, ma è il momento di aiutarlo, essendo finalmente una classe dirigente degna di questo nome. Berlusconi deve poter prendere le sue decisioni in autonomia senza essere ingabbiato, perchè i dirigenti del suo partito sono in grado di assumersi le loro responsabilità in autonomia, invece di crogiolarsi come hanno fatto fino ad oggi.
Sembra chiedere una resa dei conti interna. Nessuna resa dei conti, si tratta di fare i conti con la consapevolezza di ciò che è successo con il voto e di trarne le conseguenze. O tutti noi capiamo che è il momento di rivoluzionare Forza Italia, i suoi sistemi di decisione e la sua classe dirigente, oppure rischiamo di sparire. Serve una assunzione di responsabilità da parte di tutti e la consapevolezza che abbiamo mancato sul fronte del rinnovamento. La Lega, a differenza nostra, ha candidato volti nuovi, sindaci e amministratori locali capaci e radicati sul territorio, e ha fatto un ragionamento di squadra. Noi dovevamo fare lo stesso, invece abbiamo dimenticato i nostri giovani e lo abbiamo pagato. Del resto, se nella Campania dove i 5 Stelle propongono Roberto Fico e Luigi Di Maio candidi alcune figure perlomeno discutibili, l’esito è scontato.
Parlando della sua Campania, quanto le è pesato vedere il Mezzogiorno tingersi in modo compatto di giallo 5 Stelle? E’ stata ovviamente una sofferenza enorme, ma io avevo temuto e previsto questo esito. Credo, però, che possa essere un segno di cambiamento. Il Sud, che è nel bisogno e nella disperazione, non ha bisogno di assistenzialismo ma di opportunità e spero che questo tsunami grillino sia una sveglia per i partiti tradizionali. Mi auguro che ora, dopo quello che è successo, tutti capiscano che bisogna cambiare linguaggio, proposte e persone. Il Mezzogiorno non è quello delle clientele come qualcuno ha voluto dipingerlo in questi anni, ma una parte importante del Paese: se rinasce il Sud, rinasce l’Italia.
Venendo agli accordi di Governo, Grillo dice che si fida di Salvini. E voi vi fidate di Di Maio? Io mi fido di Salvini e, facendo fede agli accordi assunti, spetta a lui l’onere e l’onore di guidare il centrodestra alle consultazioni. I 5 Stelle, invece, sono im- prevedibili e le ultime 72 ore hanno mostrato che tutto può succedere. Per questo, non mi sento di fare previsioni sulla loro affidabilità.
A breve impazzerà anche il totonomi per la premiership. Lei fa qualche ipotesi? Io voglio un governo di centrodestra, quindi dico Matteo Salvini, così come ha deciso la nostra coalizione.