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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze di un sistema di dazi simile a quello che l’amministrazione Trump intende applicare ai prodotti europei e italiani. Intervenendo al Forum della cultura dell’olio e del vino, organizzato dalla Fondazione Italiana Sommelier a Roma, il capo dello Stato ha messo in guardia contro il protezionismo, definendolo una minaccia per settori chiave del Made in Italy.
«Nuove nubi sembrano addensarsi all’orizzonte, portatrici di protezionismi immotivati, di chiusura dei mercati dal sapore incomprensibilmente autarchico, che danneggerebbero in modo importante settori di eccellenza come quelli del vino e dell’olio», ha dichiarato Mattarella.
Il valore dei mercati aperti
Nel suo intervento, il Presidente ha sottolineato come il libero commercio e l’interdipendenza economica rappresentino un fattore di stabilità internazionale. «Nella storia, la contrapposizione tra mercati ostili ha condotto ad altre più gravi forme di conflitto. I mercati aperti producono una fitta rete di collaborazioni che, nel comune interesse, proteggono la pace», ha affermato.
Mattarella ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale del settore agroalimentare nel tessuto produttivo italiano, sottolineando come esso rappresenti «un modello di vita italiano» apprezzato in tutto il mondo, alla pari della cultura, del design e della tecnologia.
L’Italia, secondo i dati riportati dal presidente, è il secondo produttore mondiale di olio di oliva e registra un export di circa 3 miliardi di euro nel settore. Per quanto riguarda il vino, il valore dell’imbottigliato ha superato i 14 miliardi di euro nel 2024, con un export di quasi 8 miliardi, di cui il 90% è rappresentato da denominazioni di qualità. «Conoscete bene queste cifre: ne siete protagonisti», ha sottolineato.
Innovazione e crescita senza nostalgie
Rivolgendosi agli operatori del settore agroalimentare, Mattarella ha elogiato la capacità dell’Italia di innovare e conquistare nuovi mercati. «Lo sviluppo di cui potete nutrire orgoglio si è verificato perché avete saputo guidare l’innovazione, affrontando senza timore mercati prima sconosciuti», ha sottolineato. E ha aggiunto un monito contro un approccio eccessivamente nostalgico al passato: «Il futuro non si costruisce vivendo di nostalgie. Oggi i cibi sono sicuramente più salubri e controllati di un tempo».
Il Presidente ha infine ribadito che i progressi nel settore agricolo, come in ogni ambito, sono il risultato di intuizione, studio, determinazione e capacità di operare facendo sistema. «I progressi avvengono raramente per caso», ha ricordato, sottolineando come la “Dop economy” italiana valga oggi circa 20 miliardi di euro, rappresentando il 20% dell’intero fatturato agroalimentare del Paese.
L’agricoltura, motore dell’integrazione europea
Mattarella ha anche ricordato il ruolo dell’agricoltura nella costruzione dell’integrazione europea, citando l’articolo 44 della Costituzione italiana e l’articolo 39 del Trattato di Roma del 1957, che ponevano tra gli obiettivi dell’agricoltura europea l’incremento della produttività, la stabilizzazione dei mercati e la sicurezza degli approvvigionamenti. «L’agricoltura divenne – e rimane – un motore dell’integrazione europea, non elemento di retroguardia da sussidiare», ha affermato, sottolineando come l’Italia sia il primo Paese dell’Unione con 856 prodotti agricoli tutelati.
I risultati di questa evoluzione si riflettono anche sul piano sociale: 330.000 occupati nella filiera del vino e 110.000 in quella dell’olio d’oliva. A questo si aggiunge il ruolo cruciale dei Consorzi di tutela, più di trecento in tutto il Paese, che garantiscono la protezione e la promozione dei prodotti italiani nel mondo.
Territori e identità culturale
«Viti e ulivi caratterizzano un territorio», ha affermato Mattarella, evidenziando il legame tra agricoltura e paesaggio. «L’ulivo, in particolare, ha disegnato – e caratterizza – un’intera civiltà, quella del Mediterraneo», ha aggiunto, ricordando come la biodiversità agricola sia un valore tutelato anche dalla Costituzione, all’articolo 9.
L’innovazione, secondo il presidente, non è nemica dell’agricoltura, ma al contrario deve procedere di pari passo con la tutela delle tradizioni. Ha fatto riferimento alle sfide dei tempi moderni, come i cambiamenti climatici e le emergenze fitosanitarie, che impongono soluzioni innovative per garantire la sostenibilità del settore.
Infine, Mattarella ha voluto rendere omaggio a Paolo Desana, promotore della legge del 1963 sulle denominazioni vinicole, ricordando il suo contributo alla tutela delle eccellenze italiane.
«Signore e signori, siete parte di quel che oggi l’Italia sa proporre con le sue eccellenze. Testimonianza della vitalità della sua società civile e delle sue forze produttive. Le istituzioni devono essere a fianco dei vostri sforzi e del vostro lavoro. Grazie per quello che avete fatto e fate per qualificare la presenza italiana nel mondo», ha concluso il presidente della Repubblica.