Nemmeno il tempo di ufficializzare i 270 delegati necessari e ottenere l’elezione alla casa Bianca, che la politica italiana commenta la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane. A partire, chiaramente, dalla presidente del Consiglio. «A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump – ha scritto Meloni – Italia e Stati Uniti sono Nazioni “sorelle”, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente». 

Ma il segretario della Lega Matteo Salvini, “fedelissimo” di Trump, l’ha battuta sul tempo. «Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici – ha commentato – Anche negli USA vincono buonsenso, passione e futuro! Buon lavoro, Presidente Donald Trump #GODonaldGO». 

Dal ministro degli Esteri Antonio Tajani un commento diplomatico. «Siamo al lavoro per rinforzare i legami solidissimi che abbiamo con gli Stati Uniti, il nostro principale interlocutore in politica estera – ha scritto il leader di Fi – Le relazioni transatlantiche sono la priorità per il governo italiano, insieme ai rapporti con l'Unione Europea: lavoreremo con l'amministrazione Trump che arriverà all'inizio di gennaio, credo che si potrà discutere di molte questioni».

Dalle opposizioni il primo commento è del leader di IV, Matteo Renzi. «Donald Trump ha vinto in modo netto le elezioni americane e sarà il 47esimo Presidente degli Stati Uniti – scrive Renzi – Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne ma il primo dovere morale e civile è riconoscere il risultato con le congratulazioni al vincitore e l’onore delle armi alla sconfitta Kamala Harris. Spero che per l’Europa questo sia il momento della sveglia. Buon lavoro al Presidente eletto Trump e grazie al Presidente Biden per il lavoro di questi anni». 

Di Europa parla invece Carlo Calenda. «L’elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio: paura e rabbia come principale meccanismo di voto; noncuranza verso l’etica pubblica e trionfo dei conflitti di interesse; politica come capacità di intrattenere ed essere “star” prima che statisti; irrilevanza sostanziale dei risultati di governo – scrive il segretario di Azione – L’Europa, se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la Russia, scardinando la Nato e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità - Orban in primis - che non vogliono un’Europa più forte». 

Di sciagura parla il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. «La vittoria di Trump è a tutti gli effetti una sciagura per i diritti, per lo stato di diritto, per le minoranze, per la libertà, per la lotta al cambiamento climatico – il commento di Magi – Ma soprattutto rischia di essere una sciagura per l’Europa, che potrebbe trovarsi da sola a dover affrontare l’invasione di Putin in Ucraina, la questione mediorientale, il surriscaldamento globale, una crisi industriale senza precedenti, la conversione ecologica, la competizione cinese. È in questo momento che si sente la mancanza di una vera integrazione politica europea, che renda l’Ue un vero attore globale. È il momento della verità: o l’Europa diventa una vera Unione o precipiterà all’indietro».