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Lo scorso fine settimane le piazze pro-Ucraina organizzate dal leader di Azione, Carlo Calenda. Questo weekend la piazza «per la pace fiscale e la pace in Ucraina» pubblicizzata a favor di telecamere dal segretario della Lega, Matteo Salvini. Poi la piazza «per l’Europa», prevista per il 15 marzo su proposta di Michele Serra e alla quale hanno aderito per ora il Pd e i partiti centristi, con qualche apertura anche in Forza Italia (subito stoppata dal capogruppo al Senato Maurizio Gasparri). Infine, la piazza «per mandare a casa il governo Meloni» lanciata dal presidente M5S Giuseppe Conte e in programma al momento per il 5 aprile.
Insomma, chi più ne ha più ne metta. L’arrivo alla presidenza degli Stati Uniti ha risvegliato un sentimento di partecipazione popolare (vedremo se confermata dai numeri) che non si vedeva da un bel po’ di tempo almeno in Italia, e che i partiti stanno cercando di sfruttare piantando le proprie bandierine in piazza, appunto, e così facendo cercando anche di contarsi e verificare la propria forza rispetto ad alleati e avversari.
E criticando, ovviamente, le piazze avversarie. «Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene, a questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia - ha detto il segretario di Più Europa, Riccardo Magi - Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti».
La “piazza” salviniana è stata convocata con un video diffuso dallo stesso numero uno del Carroccio, «Pace in Ucraina, finalmente, e pace fiscale in Italia - ha spiegato il ministro dei Trasporti - Sabato 8 e domenica 9 marzo la Lega sarà presente in mille piazze in tutta Italia per chiedere la fine della guerra, Nel momento in cui Macron e von der Leyen parlano di invio truppe e di maggiori spese militari, di un esercito europeo, e per chiedere anche di accelerare sulla rottamazione di milioni di cartelli esattoriali che stanno tenendo in gabbia milioni di italiani in buona fede».
E se Carlo Calenda intanto gongola diffondendo numeri che parlano di 10mila persone in piazza tra sabato e domenica per il sostegno all’Ucraina, a sinistra si fanno i conti con le diversità di vedute tra chi c’era, Azione appunto ma anche Più Europa, Iv e una parte di Pd, e chi non c’era, e cioè M5S, Avs e i pezzi grossi del Nazareno, a partire dalla segretaria Elly Schlein.
Ma l’iniziativa “Una piazza per l’Europa» lanciata da Michele Serra sembra colpire nel segno e unire anche la sinistra, con i sindacati uniti pronti manifestare così come il Pd, con riformisti e schleiniani assieme, e lo stesso Calenda. «Vogliamo che l’Europa diventi una grande potenza, perché accada occorre uscire dalla retorica ed entrare nella storia», ha scritto ieri il leader di Azione confermando la propria partecipazione e rilanciano temi come l’esercito europeo, l’aumento delle spese militari, il nucleare, il rilancio del piano Draghi.
Insomma, tutti temi che dalle parti di via Campo Marzio, sede del M5S, fanno andare di traverso i pranzi. Ma se Atene piange, Sparta non ride, perché anche a destra i distinguo sulle varie iniziative sono più d’uno. Soprattutto in Forza Italia, dove l’idea della piazza salviniana è stata accolta con indifferenza dai più, soprattutto da coloro che invece parteciperebbero volentieri, e probabilmente lo faranno, alla piazza europea del 15 marzo.
Nella quale invece non ci sarà Gasparri, che ha anche annunciato la corsa di Fulvio Martusciello, coordinatore azzurro all’Europarlamento di Strasburgo, come candidato presidente della Campania. «Rispondere all’appello lanciato da Michele Serra per scendere in piazza a sostegno dell’Europa? Forza Italia, che è un partito europeista, non aderisce, promuoviamo le nostre iniziative non andiamo a quelle altrui», specie questa che è «indetta da un giornale-partito», ha scandito. Spiegando poi che «non prendiamo lezioni da Repubblica, né prendiamo ordini da loro, siamo per l’Europa da prima che loro la scoprissero...». Ora non resta che convincere quegli azzurri già pronti con bandiere blu a dodici stelle.