Lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali imposto al Comune di Milano è «un passo indietro evidente, sia dal punto di vista politico e sociale e mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità». Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala nel suo podcast “Buongiorno Milano”.

Dopo la circolare della prefettura di Milano, il Comune «potrà purtroppo assicurare, salvo diverse future indicazioni della procura e/o dell'avvocatura generale dello Stato, il riconoscimento di figlio di coppia di donne, solo nel caso di una nascita avvenuta in uno Stato estero, che ammette la procreazione medicalmente assistita tra coppie omosessuali e consente la registrazione dei figli nello stato civile», ha spiegato Sala. «Il prefetto - ha proseguito – ha chiesto ai Comuni di trasmettere gli atti alla Procura della repubblica per le valutazioni di competenza. Nostro malgrado, pertanto - ha precisato il primo cittadino - ad oggi non possono più essere registrati i figli di due uomini divenuti genitori facendo ricorso alla gestazione per altri praticata all'estero, né i figli di due donne che hanno fatto la procreazione medicalmente assistita all'estero, ma con parto avvenuto in Italia. In questi casi infatti, secondo la Corte di Cassazione, la tutela del minore può essere garantita esclusivamente tramite adozione, per di più in casi particolari».

Dal momento che «la registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare con l'apparato amministrativo del Comune, io - vista anche la presa di posizione della procura - non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria», ha spiegato Sala. 

A seguito della sentenza della Cassazione, ha ricordato, «con circolare del gennaio 2023 il ministero dell'Interno ha richiamato i prefetti ad assicurare una puntuale e uniforme osservanza degli indirizzi iniziali emessi dalla Cassazione e li ha invitati a fare analoga comunicazione ai sindaci. Poi la procura di Milano nel mese di febbraio ha precisato che non è consentita in Italia la registrazione nell'atto di nascita del minore della madre intenzionale, ma solo quella biologica. E non ha invece finora ritenuto ammissibile la trascrizione di bambini nati all'estero da due madri, sebbene anche su questa questione si attenda un parere chiarificatore da parte dell'avvocatura generale dello Stato». 

Sala ha ricordato che «questa questione così delicata ha coinvolto anche la Corte Costituzionale che con due sentenze del 2021 ha rivolto un forte monito al legislatore a intervenire con legge, perché la legge oggi è carente, ribadendo l'esigenza di assicurare, nell'interesse del minore, i pieni diritti e doveri di genitorialità in capo alla coppia». «Dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge, come avviene anche in altri Paesi europei, la registrazione del figlio di coppie dello stesso sesso, a prescindere dal più oneroso e oggi decisamente travagliato procedimento dell'adozione in casi particolari», ha sottolineato il sindaco di Milano. «Nonostante la Corte Costituzionale italiana non ritenga illegittima l'omogenitorialità di per sé, la legge italiana ad oggi vieta le pratiche che permettono a due genitori dello stesso sesso di diventarlo», ha ricordato Sala, sottolineando però che «il fatto che il nostro ordinamento le vieti, non esclude che ci siano coppie milanesi che abbiano un figlio riconosciuto da entrambi i genitori nel Paese estero in cui il figlio nasce, che non risulta però riconoscibile come figlio di entrambi i genitori nel nostro Paese. Ne consegue una discrasia tra la situazione di fatto della famiglia e la situazione giuridica di quella stessa famiglia». Per questo, dopo che la «Corte europea dei diritti dell'uomo ha affermato la necessità di tutelare l'identità familiare del minore e quindi anche a prescindere dall'orientamento sessuale dei genitori», il Comune di Milano negli ultimi tempi, «in applicazione di tali principi e ovviamente assumendosene la piena responsabilità, stante l'assenza di una specifica disciplina di legge, ha continuato da un lato a trascrivere gli atti di nascita dei figli nati da due padri con ricorso alla gestazione per altri praticata in alcuni Stati esteri, e dall'altro lato a trascrivere gli atti di nascita dei figli nati da due madri, con ricorso alla procreazione medicalmente assistita praticata all'estero, sia nel caso di nascita all'estero che in Italia».

Magi: «Sala ha ragione, ora serve una legge»

«Il Sindaco Sala ha ragione, dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge che anche in Italia avvenga la registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso. Per questo a inizio legislatura abbiamo depositato alla Camera una Proposta di Legge che va esattamente in questo senso, a tutela dei diritti preminenti dei bambini, anche se nati all'estero a seguito di tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita», ha commentato in una nota Riccardo Magi, Segretario di +Europa. «Anche la Corte Costituzionale lo ha detto nel 2021, il vuoto di tutela e la discriminazione che si verificano nei confronti dei figli minori delle coppie omogenitoriali deve essere al più presto colmato dal legislatore, a fronte di incomprimibili diritti dei bambini. Nonostante ciò - ha aggiunto Magi - il Parlamento è rimasto inerme. Ora invito le opposizioni a sostenere la nostra proposta». 

Gli avvocati della Rete Lenford: “Il prefetto prende un abbaglio mettendo in discussione l'orientamento costante e scolpito negli anni dalla giurisprudenza”

La circolare della Prefettura di Milano mette due punti fermi e un punto di domanda sui figli di coppie omogenitoriali: è vietata la trascrizione diretta all'anagrafe dei bambini nati all'estero con la maternità surrogata e dei figli di due madri nati in Italia mentre si riserva di dare indicazioni sui bimbi nati all'estero da due donne. «Ma solo nel primo di questi tre casi c'è chiarezza in diritto perché la Cassazione si è pronunciata a sezioni unite nel dicembre scorso - commenta all'AGI Giacomo Cardaci, legale di “Avvocatura per i diritti LGBT- rete Lenford” -. C'è una giurisprudenza mutevole nel caso della formazione dell'atto di nascita di bambini nati in Italia da due madri, con tribunali che hanno orientamento diversi e, per questi casi, il sindaco Sala aveva ritenuto più ragionevole l'interpretazione che acconsente alla trascrizione. Nel terzo caso invece la giurisprudenza è granitica, Cassazione compresa, nel sì alla trascrizione immediata dei figli di due donne nati all'estero. Quindi il prefetto prende un abbaglio mettendo in discussione l'orientamento costante e scolpito negli anni dalla giurisprudenza».