«Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme». Così il premier Giuseppe Conte in cdm, dove ha comunicato la volontà di dimettersi. Subito dopo il Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  Il Capo di Stato si è riservato di decidere e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio, e il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa. Lo si legge in una nota del Quirinale diffusa al termine del colloquio al Colle. Dopo aver lasciato il Quirinale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato a Palazzo Giustiniani per comunicare le dimissioni al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Subito dopo il premier si recherà alla Camera, dal presidente Roberto Fico.  La crisi di governo interrompe la normale attività della Camera. Con le dimissioni del presidente del Consiglio, si ferma di conseguenza anche l’attività legislativa e ispettiva del Parlamento. La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha tuttavia stabilito che l’esame del Recovery plan in commissione Bilancio e nelle altre commissioni che dovranno fornire i pareri, andrà avanti. Non si svolgeranno, invece, i lavori sugli altri provvedimenti per l’intera settimana, così come non si svolgerà domani in Aula la relazione del Guardasigilli sullo stato della giustizia. Intanto, proseguono i lavori per la costituzione di un nuovo gruppo parlamentare autonomo al Senato a sostegno di Conte. Per tutta la notte le trattative sono andate avanti, allo stato, apprende l’Adnkronos, si sarebbe arrivati a quota 13-14 senatori, pronti a dare una mano alla nascita del Conte ter. Altri senatori, riferiscono autorevoli fonti di governo, «stanno valutando. I contatti ci sono, lavori in corso». Per "raccogliere" i cosiddetti volenterosi, dovrebbe essere usato il simbolo del Maie, la lista degli eletti all’estero. L’obiettivo è formalizzare il gruppo prima delle consultazioni. I papabili componenti della nuova formazione centrista si sono riuniti stamani in un luogo neutro, non a palazzo Madama, e torneranno a vedersi nel pomeriggio per provare ufficializzare la nascita del "contenitore politico". Ancora si starebbe discutendo per il nome, c’è chi vorrebbe inserire un riferimento all’Europa. E non sarebbe stato indicato nemmeno il capogruppo. Si parla di tre "sorprese", ovvero di tre nomi considerati "insospettabili", riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, non ancora usciti sulla stampa e sui quali viene mantenuto il riserbo per non bruciarli.