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Vuoi perché già dal momento della convocazione è stato definito “straordinario”, vuoi perché i leader dei 27 paesi dell’Unione europea si ritrovano fisicamente a Bruxelles dopo più di cinque mesi, vuoi perché lo fanno mentre il vecchio continente soltanto nelle ultime settimane sta tentando faticosamente di uscire dalla più grande pandemia dai tempi dell’influenza spagnola. Ma quello iniziato oggi nella capitale belga è il Consiglio europeo più importante degli ultimi anni, sulla carta uno dei più decisivi degli ultimi decenni. Si discute infatti il bilancio pluriennale 2021-2027, nelle cui tabelle spicca il Recovery Fund, il piano da 750 miliardi di euro immaginato da Francia e Germania per la ricostruzione economica dell’Unione europea post-coronavirus. La speranza è quella di arrivare a un compromesso tra la posizione a favore del progetto franco-tedesco, sostenuto tra gli altri da Italia e Spagna, i due paesi dell’Ue più colpiti dal virus, e quella dei cosiddetti paesi frugali, capitanati dai paesi Bassi del premier Mark Rutte, che vorrebbero diminuire la cifra proposta per gli aiuti a fondo perduto o quantomeno imporre condizioni piuttosto rigide di utilizzo. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si presenta a Bruxelles a pochi giorni dalla bocciatura del Parlamento sulla proposta presentata da Riccardo Magi di +Europa per adottare subito il Mes, che per l’Italia significa 37 miliardi da poter investire sulla sanità, a condizionalità ancora incerte. Ma, dall’altro lato, l’inquilino di palazzo Chigi ha incontrato nei giorni precedenti al Consiglio sia Angela Merkel sia Emmanuel Macron, cercando di consolidare l’asse dei Paesi a sostegno del Recovery Fund. “Voglio chiarire che non è solo una questione finanziaria – ha detto ieri Conte appena arrivato al vertice – stiamo elaborando una risposta economica e sociale per tutti i cittadini europei, nell’interesse comune dei valori che condividiamo e in modo da rendere l’Europa più resiliente e competitiva nello spazio globale”. Una presa di posizione netta a favore dell’iniziativa franco tedesca, che prevede 500 milioni di aiuti a fondo perduto e 250 milioni di prestiti, è arrivata in avvio di discussione dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ha parlato di momento storico per l’Unione europea. “La pandemia ci consegna nuove responsabilità e doveri – ha commentato Sassoli nel discorso che ha aperto la due giorni di lavori – Abbiamo la responsabilità di scegliere e il dovere di farlo nell’interesse di tutti e non di pochi”. Sul coraggio nelle decisioni da prendere si è concentrata anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “I cittadini europei non capirebbero un rinvio delle nostre scelte – ha specificato – è in gioco il futuro del loro lavoro”. Ma paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia non sembrano volersi lasciar convincere facilmente. Non tanto sull’entità del piano economico, quanto sulle condizioni poste a garanzia che i fondi vengano utilizzati in maniera proficua. L’idea, rimbalzata nelle cancellerie del Nord Europa negli ultimi giorni, è quella che i singoli piani d’investimento nazionali debbano essere votati all’unanimità dal Consiglio europeo, ma la proposta del presidente Charles Michel prevede invece che la Commissione dia un parere e si proceda poi con un voto a maggioranza qualificata. Ma Rutte, che durante le battute iniziali del vertice ha scambiato qualche parola con Conte, ha detto che la percentuale di trovare un compromesso “è sotto al 50%”. Piazza Affari intanto ha chiuso in leggero rialzo, ma i mercati attendono una decisione chiara da parte dell’Unione europea. Il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha scritto in un tweet che servono “Coraggio, ambizione, unità. E un po’ di fortuna”. La sintesi perfetta.