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«Elio Lannutti non è votabile, troviamo una presidenza autorevole». Italia viva, per bocca di Ettore Rosata, sbarra definitivamente la strada alla corsa del senatore grillino alla presidenza della commissione Banche.
«Servono personalità che possano dimostrare di sapere fare bene il loro mestiere», aggiunge l’esponente renziano, ritrovando la sintonia col Pd. E in assenza di un accordo di maggioranza, la nomina slitta a data da destinarsi. Dopo le feste, presumibilmente. «Credo che quando si elegge il presidente di una commissione si dovrebbe cercare una figura gradita a tutte le forze politiche», dice il dem Graziano Delrio.
«Mi pare che sul senatore Lannutti qualche problema ci sia e credo che il M5S lo terrà presente». E tra i problemi del senatore pentastellato non c’è solo l’ormai famigerato post antisemita sui Protocolli dei Savi di Sion, ma anche un potenziale conflitto di interessi. Il figlio Alessio, infatti, lavora infatti nell'Ufficio Enti della sede romana della Banca Popolare di Bari, istituto in crisi al centro di un salvataggio da parte dello Stato.
«Attacchi del tutto strumentali e provocatori», secondo il Movimento 5 Stelle, che «hanno un solo obiettivo, delegittimare l’autorevolezza del senatore Lannutti che da sempre non fa sconti alla cattiva gestione degli enti creditizi», dice il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa. Poi tocca a Gianluigi Paragone aggiungere: «Credo che il figlio di Lannutti sia un dipendente normalissimo, di basso livello», dice. «Un conto è avere un parente che è negli assetti dirigenziali, un altro è avere uno allo sportello».