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Oltre quattromila cadaveri che da quasi un decennio, in Cina, sono al centro un macabro commercio. Spesso li hanno rubati, all’interno degli obitori, nelle agenzie di pompe funebri, nelle strutture per la cremazione dei corpi, persino nei cimiteri, a volte sono stati acquistati tramite medici e becchini compiacenti che li hanno smembrati alla bene e meglio. Il destinatario è l’industria Shanxi Aorui Bio-Materials, specializzata nella fabbricazione di materiali per trapianti ossei allogenici per la chirurgia ricostruttiva dentistica, un colosso che fattura mezzo miliardo di dollari a metà nelle mani dello Stato cinese.
Il traffico di cadaveri è stato denunciato lo scorso 8 agosto sui social media da Yi Shenghua, un noto avvocato penalista di Sghangai e rilanciato dal China morning post. Shengua cita fonti dirette, in particolare un “insider” di un forno crematorio che gli rivelato diversi dettagli. Ad esempio, per dare copertura ai prodotti alcuni dirigenti avrebbero contraffatto i contratti dei donatori, che in realtà donatori non erano. Mentre la dissezione dei corpi sarebbe avvenuta in modo grossolano senza il minimo rispetto per le spoglie dei defunti.
«Faccio l’avvocato da anni e ho avuto a che fare con i casi più disparati ma non ho mai visto nulla del genere, è una vergogna», tuona Shengua su Weibo, un social simile all’americano X. I furti sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2023 in almeno sette province e in una dozzina di città, un lasso di tempo in cui la Shanxi Aorui Bio-Materials ha realizzato annualmente cinquanta milioni di dollari di profitti.
Lo scandalo ha indignato profondamente l’opinione pubblica nonostante i principali media in lingua cinese abbiano provato a minimizzare la notizia. La procura popolare di Taiyuan ha aperto un’inchiesta giudiziaria e sequestrato 18 tonnellate di ossa umane e 34mila prodotti semi-completati nei laboratori della compagnia, circa ottanta sono le persone indagate, in gran parte funzionari degli obitori, medici e diversi azionisti della società. Lo stesso direttore della Shanxi Aorui Bio-Materials, un manager di cui per il momento si conosce solo il cognome “Su”, avrebbe ammesso di essere a conoscenza dei furti dalle strutture sanitarie di Yunnan, Chongqing, Guizhou e Sichuan.
Per molti anni, nel tentativo di preservare il territorio, le autorità cinesi hanno promosso cremazioni, piccoli funerali e tombe in mare. Durante il periodo della pandemia di COVID-19, le famiglie non sono state in grado di ottenere le consuete cerimonie funebri, il che ha portato a un aumento vertiginoso delle cremazioni. Secondo i pubblici ministeri che si stanno occupando del caso quattro agenzie di pompe funebri avrebbero intascato denaro dai parenti per i servizi di cremazione: i cadaveri trafugati appartenevano a famiglie che non hanno voluto assistere alle operazione.
Ancora più facile il commercio dei corpi che nessuno è venuto reclamare, che in Cina sono migliaia ogni anno. Prima di arrivare nei laboratori della Shanxi Aorui Bio-Materials i cadaveri venivano acquistati dai medici dei reparti di anatomia, i quali successivamente li hanno rivenduti alla compagnia. Un membro della Guilin Medical University avrebbe comprato 400 corpi a 125 dollari vendendone poi 300 a un prezzo dieci volte più elevato. L'innesto osseo è una procedura utilizzata per trattare gravi fratture. Il tessuto osseo può essere prelevato direttamente dal paziente (autotrapianto), a causa dei potenziali rischi viene solitamente prelevato da cadaveri (allotrapianto) sotto stretta supervisione normativa e con il consenso del donatore.