La raccolta firme online per il referendum che mira all’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata si concluderà in anticipo il 24 settembre alle ore 13. Questo termine è stato fissato per consentire la trasmissione delle firme alla Corte di Cassazione in tempo utile per il processo di validazione.

Procedura di chiusura della piattaforma

Il widget per la raccolta firme sarà rimosso dai siti web alle ore 13 del 24 settembre. Tutti i siti che hanno ospitato questo strumento dovranno disattivarlo subito dopo tale orario. Questo passaggio garantirà il corretto inoltro delle firme raccolte, che saranno successivamente analizzate dalla Corte di Cassazione.

Secondo il comitato promotore del referendum, «la chiusura anticipata è stata necessaria per evitare sovrapposizioni con i tempi tecnici della consegna dei documenti». L'obiettivo principale rimane garantire un processo trasparente e ordinato, in modo da rispettare le scadenze stabilite dalle autorità competenti.

Posizione delle Regioni italiane

Tra le Regioni che si sono già espresse a favore del referendum troviamo Campania, Puglia, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna. Tuttavia, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha recentemente respinto la proposta di indire un referendum sull'abrogazione della legge Calderoli, che riguarda l’autonomia differenziata. Il Centrodestra, con un voto compatto, ha rigettato la mozione presentata dal Patto per l'Autonomia-Civica FVG, guidato dal capogruppo Massimo Moretuzzo.

Moretuzzo ha sottolineato il rischio che l'autonomia speciale della regione possa subire conseguenze negative, affermando che «esiste il rischio che aumenti il fastidio verso le autonomie speciali». Tuttavia, la maggioranza ha ribattuto, dichiarando che i benefici della legge potrebbero includere anche le Regioni a statuto speciale.

Il ruolo dei sindacati e del mondo del lavoro

In Sicilia, la mobilitazione contro l'autonomia differenziata ha trovato forte sostegno nei sindacati. Alfio Mannino e Luisella Lionti, rispettivamente segretari generali della CGIL e della UIL siciliane, hanno commentato con enfasi il coinvolgimento del mondo del lavoro nella raccolta firme: «In tutti i luoghi di lavoro, nelle piazze e in ogni ambito, l’attenzione alla campagna è stata grande, con una crescente consapevolezza dei danni che l’autonomia differenziata potrebbe produrre per i siciliani».

La legge, secondo i sindacati, potrebbe comportare una riduzione dei diritti fondamentali, come l'accesso all'istruzione e alla salute, aggravando le disuguaglianze regionali. «La Sicilia rischia di arretrare pericolosamente», hanno aggiunto Mannino e Lionti, facendo un appello a un cambiamento di rotta da parte del Governo regionale.