Mancheranno Azione e il M5S, ed è dunque un campo largo “incompleto” quello che in mattinata sbarcherà a Ventotene per rendere omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, su iniziativa del Pd e in particolare del deputato Roberto Morassut.

L’assenza della segretaria Elly Schlein è certa, ma ci sarà in sua vece il responsabile Esteri del Nazareno, Peppe Provenzano, assieme a diverse parlamentari italiani ed europei. E ci saranno anche delegazioni di Iv, Avs e Più Europa, con il leader di Iv Matteo Renzi secondo il quale «Meloni utilizza Ventotene per nascondere le divisioni in maggioranza» e quello di Più Europa Riccardo Magi che invita a «difendere i valori europei contro il ritorno dei nazionalismi». Da Azione il leader Carlo Calenda fa sapere che «se inizi con il flash mob a Ventotene temo che non ti segua più nessuno». Aggiungendo poi di voler discutere «in modo serio, senza parlare di fascismo e anti fascismo» perché «mentre il mondo brucia siamo gli unici idioti che parlano di Ventotene». Sarà invece a Napoli il presidente M5S Giuseppe Conte. «Ci sono tanti lavoratori che ci aspettano - ha detto ieri - lavoratori che sono in difficoltà: ci sono tante realtà aziendali, fabbriche dove sono a rischio posti e quindi abbiamo deciso di girare il territorio in Campania».

Chi invece potrebbe essere invitata prossimamente sull’isola è niente meno che la stessa Meloni, su invito dell’amministrazione comunale. «Ci stiamo pensando, ne stiamo parlando, c’è l’ipotesi di invitarla il 9 maggio, per ora è un’idea», ha detto il sindaco di Ventotene, Carmine Caputo.

L’assenza che fa più rumore è chiaramente quella di Schlein, che ieri ha quindi spostato l’attenzione su altri temi, dal nuovo “caso Almasri” al piano di riarmo europeo.

«Ho letto la notizia che ci sarebbe in Italia oggi un altro torturatore libico, Al-Kikli, accusato dal Dipartimento di Stato americano di crimini contro l’umanità e dall’Onu di gravi e ripetute violazioni perché guida la milizia libica - ha detto ieri parlando, a Trapani, ai microfoni della Rai, a margine della XXX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e da Avviso pubblico - Il governo ci deve chiarire perché sta rendendo l’Italia un porto sicuro per le milizie e le mafie libiche».

Abdul Ghani Al-Kikli viene definito «noto signore della guerra di Tripoli» anche in una nota sottoscritta dai capigruppo Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e dal capo delegazione dem al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti. «Accusato di torture, sparizioni forzate e omicidi va e viene con voli privati dal nostro paese - scrivono i dem - Ancora una volta l’Italia, invece di collaborare con la giustizia internazionale, offre ospitalità a personaggi impresentabili e il governo Meloni chiude le frontiere a chi fugge da torture e accoglie torturatori».

La segretaria si è anche difesa dalle accuse di portare avanti in Europa una linea ben diversa da quella del Pse, come dimostra l’astensione sulla risoluzione della scorsa settimana a Strasburgo sul piano di riarmo alla quale i Socialisti hanno votato a favore.

«La linea del Pd è emersa in modo limpido dal voto compatto di mercoledì alla Camera - ha spiegato la segretaria a Repubblica. Non c’è stato alcun attrito tra me e il gruppo socialista europeo: nessuna freddezza, è normale che tra forze politiche di 27 Paesi ci siano varie sensibilità, ma nel solco di valori comuni e battaglie portate avanti insieme».

E per dimostrare questa linea cita un documento approvato dal Pse che «accoglie diverse proposte avanzate dal Pd». Tra i punti chiave, la necessità di una «vera difesa europea», il superamento dell’unanimità verso la maggioranza qualificata «così da neutralizzare i veti» e investimenti comuni «perché parla di eurobond per la difesa, anche se noi abbiamo sollecitato a farli non solo su quello».

E propone quindi «un Next Generation EU da 800 miliardi l’anno per l’autonomia strategica della UE, che significa anche politiche industriali, sociali, climatiche, innovazione». Che è un po’ quello che ha chiesto Mario Draghi qualche mese fa spronando l’UE a fare qualcosa.