Il Tribunale civile di Roma ha preso una decisione che segna un colpo importante per il Governo Meloni e il suo controverso accordo sui flussi migratori con l'Albania. La sezione immigrazione del tribunale ha infatti bloccato il provvedimento di trattenimento dei 16 migranti inviati nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gjader, in Albania, annullando di fatto il piano che prevedeva il trasferimento forzato di queste persone fuori dai confini italiani. La decisione è arrivata in seguito a una serie di ricorsi e critiche da parte di esponenti politici e gruppi per i diritti umani, che hanno denunciato la mancanza di sicurezza per i migranti e i costi elevati di un’operazione giudicata fallimentare.

Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, ha dichiarato: «La decisione del Tribunale sconfessa l'operato del Governo Meloni. Non possiamo riconoscere l'Albania come paese sicuro, come indicato dalla sentenza della Corte di Giustizia UE dello scorso 4 ottobre. Questa operazione è una farsa che ha sprecato quasi un miliardo di euro, mentre il Governo continua a tagliare fondi vitali per la cooperazione».

Meloni all’attacco

Il Pd, il M5S e l'AVS hanno presentato un'interrogazione alla Commissione Europea, chiedendo se verrà aperta una procedura d'infrazione contro l'Italia in merito all'accordo sui flussi migratori con l'Albania. "Avete capito bene: alcuni partiti italiani stanno chiedendo all'Europa di sanzionare il proprio Paese e i propri cittadini, solo per attaccare politicamente questo Governo. Una vergogna che non può passare inosservata", ha scritto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un post su X.

Un fallimento politico ed economico

Secondo molti critici, l'operazione, oltre a violare diritti fondamentali, rappresenta uno spreco di risorse pubbliche. L’invio dei migranti in Albania è stato descritto come una soluzione temporanea, ma le stime sui costi effettivi hanno sollevato interrogativi. Si parla di oltre 18.000 euro per ogni migrante, una cifra considerevole che ha attirato pesanti accuse di malagestione e propaganda da parte dell'opposizione.

Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e membro dell'alleanza Verdi-Sinistra (AVS), ha affermato: «Questa operazione rappresenta uno sperpero di soldi pubblici. Il Governo deve prendersi la responsabilità e rimborsare le cifre spese inutilmente. Si tratta di un palese tentativo di distrarre l'opinione pubblica dai veri problemi del sistema di immigrazione italiano».

Reazioni della politica italiana

Il blocco del trattenimento ha scatenato una forte reazione anche nel mondo politico. I Movimento 5 Stelle ha richiesto che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si scusi pubblicamente per quella che hanno definito "una truffa ai danni degli italiani". In una dichiarazione congiunta, i parlamentari M5S hanno affermato: «Questo Governo ha ingannato i cittadini con una soluzione impraticabile e inefficace. Non solo l'accordo con l'Albania è fallito, ma ha anche messo a rischio la sicurezza dei migranti, costringendoli a condizioni disumane».

Anche Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, si è espressa in modo critico: «La sentenza del Tribunale di Roma era prevedibile, dato che la normativa europea non consente il trasferimento in Albania in mancanza di garanzie di sicurezza per i migranti. Sono attualmente in Albania e non lascerò il paese finché non vedrò questi migranti tornare in Italia in sicurezza, come previsto dalla legge».

Il dibattito sulla legge Bossi-Fini

Le critiche al Governo non si limitano alla questione del trasferimento in Albania, ma si estendono anche a più ampio raggio, coinvolgendo la legge Bossi-Fini, che regola l'immigrazione in Italia. Secondo molti, questa normativa rende difficile per i migranti accedere legalmente al paese, contraddicendo gli obiettivi dichiarati del decreto flussi che mira a far entrare in Italia circa 500.000 lavoratori stranieri.

Fratoianni ha sottolineato che il vero problema è proprio la mancanza di una riforma efficace delle leggi sull'immigrazione: «Il Governo continua a spendere denaro in operazioni senza senso, invece di affrontare il nodo centrale della questione. Questa è una Guantanamo europea che calpesta i diritti umani e offende gli italiani».